Mattè, tu vuò fa’ lo Berlusconi… bollo auto, Irpef e pensioni.

Il “premier senza voto” copia Berlusconi, ricicla il programma del centrodestra, e al grido di meno tasse per tutti lancia la campagna elettorale! Twitta di voler eliminare il bollo auto, caricando in cambio la pressione fiscale sulle accise. “Chi più consuma e inquina, più paga”. Ideona! Se non fosse che tra Iva e accise, il peso delle tasse sul carburante sia oggi già al 70% del prezzo finale.
Ma non è finita qui, perché il novello-berlusconi ha anche avanzato l’ipotesi di ridurre le aliquote Irpef dalle cinque attuali a due. In particolare, sarebbe allo studio l’abbassamento della terza e della quarta aliquota, oggi rispettivamente al 38% e al 41% per gli scaglioni di reddito compresi tra i 28.000 e i 75.000 euro, al 27%. E poi, la delicata questione delle pensioni, c’è già il simbolo e il logo, si chiamerà Ape (Anticipo Pensionistico). Permetterà di anticipare il pensionamento a partire dai 63enni, naturalmente con congrua decurtazione economica! Più flessibilità promette il premier, soprattutto per i lavoratori nati nel 1951 (taglio dell’assegno del 4%), quelli nati nel 1952 (riduzione dell’8%) e nati nel 1953 (penalizzazione del 12%), i più sfigati, a causa dell’innalzamento dell’età pensionabile da parte della legge Fornero. Insomma, per ogni anno di anticipo si prevede un taglio dell’assegno del 4%, fino ad un massimo del 12%.

Con Api si vola! Recitava un vecchio spot. Renzi gli fa il verso e Con Ape ti sola! Tant’è che su una pensione di 1000 euro si arriverebbe a prenderne 880 euro al mese! Comunque, il nuovo meccanismo sarà inserito solo nella prossima legge di stabilità. Sempre che il suo governo ci arrivi a scrivere il Def 2017, stretto com’è tra le frizioni interne al PD, i soci di maggioranza, le inchieste giudiziarie che gli stanno portando via mezzo partito, le elezioni comunali a rischio KO e la grande scommessa del referendum costituzionale di ottobre per mano del quale gli italiani potrebbero decidere di staccare la spina ad un governo mai eletto, che annuncia, promette e twitta, ma che poi alla resa dei conti ha fatto poco e niente per tirare fuori il Paese dall’indigenza.

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