L’Operazione Condor e la responsabilità morale dell’ideologia liberale.

di Gerardo Lisco. In questi giorni il Ministro Orlando ha accolto l’istanza del Gup di Roma Alessandro Artuti e ha chiesto che in Italia vengano processati, per i crimini commessi, alcuni dei responsabili dell’Operazione Condor. Per memoria l’Operazione Condor è un’azione coordinata condotta dai militari di diversi Stati dell’America Latina agli inizi degli anni ‘70 per porre fine ai processi di democratizzazione in atto in quei Paesi.
Quando si parla dell’Operazione Condor vengono subito in mente i Colpi di Stato in Cile e Argentina. Ma non furono gli unici Paesi ad essere interessati all’azione violenta ispirata dal Governo Statunitense. Processare i responsabili per gli atti commessi è un fatto positivo, ma pur sempre parziale. L’Italia sulla questione arriva ancora una volta in ritardo. Prima dell’Italia è stata la Magistratura spagnola con il giudice Baltasar Garzón Real a spiccare un mandato di arresto per Augusto Pinochet. Addirittura manifestò l’idea di voler procedere anche contro Henry Kissinger quale ispiratore proprio dell’Operazione Condor. Dicevo, il processo è importante ma ridurlo solo a un fatto giudiziario sarebbe riduttivo. La celebrazione del processo dovrebbe essere l’occasione per far emergere la responsabilità morale del Liberalismo che ha fornito il supporto ideologico e la giustificazione morale per i crimini commessi. Solo per memoria stiamo parlando di decine di migliaia di persone eliminate fisicamente dopo atroci torture commesse dagli sgherri, addestrati negli Stati Uniti, al servizio delle varie dittature militari. I colpi di stato in Cile e in Argentina furono azioni militari che utilizzarono metodi fascisti supportati dall’ideologia Liberale teorizzata da Von Hayek e Friedman, entrambi insigniti del premio Nobel per l’economia. Come ha scritto Eduardo Galeano in “Giorni e notti d’amore e di guerra”. Le teorie di Milton Friedman gli sono valse il premio Nobel; al Cile hanno dato il generale Pinochet. La base ideologica delle dittature militari Sud americane è la stessa che, a partire dai governi di Thatcher e Reagan, ispira il modello economico e le politiche che dominano il mondo contemporaneo. Numerose sono le lettere che Friedman indirizzò a Pinochet per consigliarlo e guidarlo circa le politiche da adottare o per approvare quanto stava facendo. Il 12 settembre del 1973, il giorno dopo il Colpo di Stato, Sergio de Castro Ministro dell’economia di Pinochet, formatosi presso l’Università di Chicago, aveva già pronto il documento che avrebbe costituito il programma della Dittatura militare di Pinochet. Il documento programmatico non era altro che “Capitalismo e Libertà” di Friedman cioè: deregulation, privatizzazioni, tagli alla spesa sociale, riduzione dei diritti dei lavoratori a favore dello strapotere del capitale, eliminazione della Democrazia. I tecnocrati chiamati dai Dittatori che si successero alla guida dei Paesi latino-americani coinvolti nell’Operazione Condor venivano tutti dalle università americane nelle quali imperava il pensiero liberale. Il Colpo di Stato del 1973 in Cile segna l’inizio della reazione oligarchica e liberale che stiamo tuttora vivendo. In tutti i Paesi Occidentali, il sistema Democratico è in ritirata di fronte all’avanzata di istituzioni sovranazionali governate da tecnocrati imbevuti fino al midollo di cultura Liberale e funzionali al sistema di potere creato dal capitalismo finanziario ed oligarchico. L’Operazione Condor, non fu un’azione estemporanea legata a questioni strettamente latino-americane, fu il punto di partenza di quel ciclo storico che, secondo Fukuyama, dovrebbe concludersi con la Fine della Storia e il trionfo liberale. Von Hayek e Friedman sono morti; ma ciò non toglie che le loro idee hanno formato una classe di tecnocrati che, occupando posti chiave nelle istituzioni finanziarie internazionali e nei Governi nazionali, continuano ad imporre la loro visione. Anche l’Italia è il prodotto dell’Operazione Condor. Per capirlo è sufficiente guardare i ministri dell’economia dei governi italiani che si sono succeduti negli ultimi anni e le politiche messe in campo per rendersene conto. Negli anni i metodi sono cambiati, a guidare la Reazione non vengono chiamati militari ma intellettuali, opinion makers, gente dello spettacolo. Le oligarchie finanziarie ai “voli della morte”, almeno per i Paesi Occidentali, hanno preferito il controllo dell’informazione ed l’egemonia culturalmente del sistema sociale. Attraverso il controllo della cultura e dell’informazione colpevolizzano le vittime del sistema, cioè disoccupati, precari e lavoratori dipendenti, come i veri responsabili della crisi economica, sociale e politica. In questo modo disgregano il sistema sociale e lo controllano attraverso l’applicazione dell’antico principio del divide et impera.

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