La povertà in Italia.

di Attilio Runello. Prendiamo spunto da un recentissimo articolo di Repubblica che inizia con queste affermazioni: “uno 0,2% di poveri in più “sostanziale stabilità”? Forse sì, su un piano statistico. Sono 78mila persone e 48mila famiglie povere in più “sostanziale stabilità”? Forse no, su un piano sociale. Ha un qualche rilievo il dato che quelle famiglie siano “prevalentemente straniere”? Sicuramente no.”
È un articolo che vuole polemizzare con il governo che ha dichiarato che i principali indici sono positivi. È cresciuta l’occupazione, lo spread è basso, si offrono molti bonus per le famiglie più bisognose, si sono ridotte le tasse per alcune categorie, fra queste le madri che lavorano.
Repubblica dice: non va tutto bene. I poveri sono aumentati, di poco ma sono aumentati.
Possiamo aggiungere che in un paese dove ogni anno arrivano un numero alto di immigrati, molti senza niente è difficile che non aumentino i poveri.
Che cosa si intende per poveri?

Per poveri secondo Istat  si intende un nucleo familiare di due persone che ogni mese spende meno di 1150 euro.
Come si faccia a stabilire quanti nuclei spendano meno di 1150 euro non lo sappiamo.
Tuttavia ci preme dire che due persone che vivono di un solo stipendio vengono considerate povere. Sono persone che la spesa la fanno e le bollette le pagano. Forse avranno una utilitaria che usano poco. Conosco dei miei parenti che vivono in questa situazione. Hanno una casa di proprietà dove abitano, una seconda di villeggiatura. E sono poveri?
Certo. Sono persone che vivono al sud dove il costo della vita è più basso
Se vanno in vacanza vanno nella casa di villeggiatura oppure a trovare dei parenti che li ospitano. Loro ospitano volentieri.
Raramente vanno a mangiare fuori. Cucinano e a volte comprano il cibo da portare a casa.
E sono poveri?

E allora quelli che vanno al ‘Banco Alimentare’ (*) che cosa sono?

 

Istat: 5,7 milioni di italiani vivono in povertà.

Indagine Istat: sono 5,6 milioni i poveri in Italia | SardegnaImpresaPeggiora leggermente la povertà in Italia. Nel 2023, le famiglie in povertà assoluta salgono all’8,5% del totale delle famiglie residenti (erano 8,3% nel 2022), corrispondenti a circa 5,7 milioni di individui (9,8%; quota pressoché stabile rispetto al 9,7% del 2022).

Invariata anche l’intensità della povertà assoluta a livello nazionale (18,2%). Sono questi i principali dati dell’Istat sulla base delle stime preliminari che mettono in luce un peggioramento rispetto al 2022 della condizione delle famiglie che hanno come persona di riferimento, capofamiglia un lavoratore dipendente: l’incidenza di povertà assoluta raggiunge il 9,1%, dall’8,3% del 2022, e riguarda oltre 944mila famiglie.

La presenza di figli minori continua a essere un fattore che espone maggiormente le famiglie al disagio nel 2023, e dunque l’incidenza di povertà assoluta si conferma più marcata per le famiglie con almeno un figlio minore (12%), mentre per quelle con anziani si attesta al 6,4%. I minori che appartengono a famiglie in povertà assoluta, nel 2023, sono pari a 1,3 milioni.

In peggioramento l’incidenza della povertà assoluta individuale al Nord. Nel Nord, dove le persone povere sono quasi 136mila in più rispetto al 2022, l’incidenza della povertà assoluta a livello familiare è sostanzialmente stabile (8,0%), mentre si osserva una crescita dell’incidenza individuale (9,0%, dall’8,5% del 2022).

Il Mezzogiorno mostra anch’esso valori stabili e più elevati delle altre ripartizioni (10,3%, dal 10,7 del 2022), anche a livello individuale (12,1%, dal 12,7% del 2022).

Purtroppo in questi decenni, davanti a fattori epocali come moneta unica, globalizzazione, perdita di sovranità, austerità, covid, guerre e immigrazione, che hanno contribuito ad aumentare la povertà, non si è mai pensato a difendere il potere d’acquisto dei cittadini.
Il welfare è stato annientato, la sanità e la scuola pubblica portate al fallimento, le infrastrutture abbandonate al degrado, salari e pensioni fermi al giorno nefasto in cui ci fecero passare dalla lira all’euro. Insomma, in questi anni quello che è davvero mancato è uno Stato a difesa degli italiani. In questo lo Stato con i suoi vari governi, ha fallito e continua maledettamente a fallire!

 

(*) Un Banco Alimentare è una organizzazione benefica, tipicamente non a scopo di lucro, che distribuisce generi alimentari a persone bisognose e indigenti mediante il recupero, la raccolta e la redistribuzione delle eccedenze e dello scarto generati lungo tutta la filiera alimentare, contribuendo alla riduzione dello spreco.

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3 Responses

  1. Giacomo - TO ha detto:

    In ITALIA trovi lavoro ma con paghe NON IN LINEA col reale potere d’acquisto. Questa è la realtà!!!!!!!!!!!!

  2. Vincent ha detto:

    Malgrado quello che si legge su molti giornali, in merito ad un aumento di poveri in Italia, in realtà forse addirittura potrebbe essere vero l’opposto: è cioè che proprio grazie al lavoro e alle politiche del Governo Meloni, in Italia si stia assistendo ad una diminuzione della povertà. E a certificarlo sono i dati Eurostat che riguardano tutto il continente e che stabiliscono come per quanto riguarda i giovani, Secondo i dati Eurostat, tra i 15 e i 29 anni, l’Italia dà più opportunità della media Ue.

  3. Occhio di Lince ha detto:

    Oltre alla povertà esiste la MISERIA, ed in miseria ve ne sono altri milioni, ma noi dobbiamo spendere MILIARDI per privilegiare poveri di importazione che servono al potere ed alla malavita. VERGOGNA DI PAESE

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