L’America first di Biden nella distribuzione dei vaccini.

di Attilio Runello. L’Europa si occupa di farmaci all’interno dell’Unione ben prima della diffusione del Coronavirus. Si è dotata da diversi anni di una Agenzia del farmaco e ha una agenzia che ha il compito di approvare farmaci e vaccini che circolano in Europa: EMA. In Italia lo stesso compito è svolto dall’AIFA.

La Commissione ha stipulato contratti con tre aziende farmaceutiche il cui vaccino è stato approvato: uno di questi è quello prodotto da AstraZeneca, una compagnia anglosvedese con sedi n molte parti del globo, oltre cinquantamila dipendenti e un fatturato da trentatre miliardi  di dollari. Ha anche in passato avuto condanne per tentativi di violazione delle norme in Italia. A maggior ragione è necessario che i rapporti vengano gestiti a livello comunitario.

La UE ha stipulato un contratto che prevede la consegna di centoottanta milioni di dosi entro il secondo trimestre. Ottanta dovevano essere consegnate entro il primo trimestre provenienti da uno stabilimento di produzione in Belgio. Tuttavia per problemi tecnici non se ne consegneranno più di quaranta milioni di dosi nel primo trimestre. Per il secondo l’azienda si è impegnata a rispettare la quota. Il ritardo del primo trimestre potrebbe essere dovuto alle richieste provenienti  dal Regno Unito e dagli Stati Uniti di Biden che potrebbero essere considerate prioritarie.

Il vaccino Pfizer-Biontech è stato il primo ad essere autorizzato dall’EMA. E il vaccino che per la conservazione richiede temperature al di sotto degli ottanta gradi. L’azienda nasce dalla fusione di una azienda statunitense Pfizer e una tedesca Biontech: l’azienda si è impegnata a fornire trecento milioni di dosi all’Unione europea.

L’Unione europea da parte sua ha stipulato contatti anche con Moderna – vaccino approvato – e Sanofi/Gsk e CureVac e Johnson&Johnson, approvato di recente. In totale per oltre due miliardi di dosi.

Visto che i ritardi per il momento di AstraZeneca sono dovuti alla produzione dell’unico stabilimento in Belgio l’Italia sta valutando l’ipotesi di produrne in proprio. Per farlo servono dei bioreattori.

Inoltre in Italia ci sono due aziende farmaceutiche che stanno lavorando per la sperimentazione di un vaccino: sono alla fase uno e due. Ma si dovranno procurare dei bioreattori che al momento non sono disponibili.

Anche il Giappone si è rivolto ad AstraZeneca.

Nel frattempo alcuni paesi europei si stanno sganciando dal progetto Ue per trovare soluzioni con Israele: sono l’Austria, la repubblica Ceca e la Grecia.

Gli esperti di relazioni internazionali sono concordi nel dire che in situazioni di questo genere conta più il peso politico o quanto si è disposti a pagare che non la stipula di contratti, che saranno onorati, ma non è detto che vengano rispettate le scadenze.
Il Regno Unito per esempio ha ottenuto oltre venti milioni di dosi al momento e continua a vaccinare. Lo stesso vale per gli Stati Uniti dove sono in arrivo duecentoquaranta milioni di dosi, grazie all’impegno di Biden per vaccinare cento milioni di persone nei suoi primi cento giorni di governo. E BIden si è guardato bene da lavorare in modo multilaterale sull’approvvigionamento dei vaccini.

Bisogna tener presente che oltre ai decessi i lockdown portano a perdite in termini di percentuali del Pil considerevoli ed è pertanto prevedibile che i paesi più potenti facciano di tutto per ottenere per primi i vaccini.
In Italia nel 2020 si è perso un 8% del Pil, circa centoquaranta miliardi di euro, con relativa flessione degli incassi da parte del fisco e un indebitamento di centosessanta miliardi da parte dello Stato, usati per i ristori e per gli incentivi di singoli settori di produzione.

Questo fa anche capire le critiche mosse ad Arcuri da parte dell’opposizione e il suo avvicendamento con il generale Figluolo, che sarà responsabile di approvvigionamento e distribuzione dei vaccini.

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