La Storia del Tour.

di Alberto Sigona. Prosegue la nostra storia a puntate della corsa ciclistica più amata al Mondo: Il Tour de France.

4^ PUNTATA:  DAL TRIS DI LOUIS BOBET ALL’ASSOLO DI CHARLY GAUL

1953 INIZIA L’ERA BOBET
Louis Bobet si aggiudica il Tour 1953 con 14’18’’ sulla rivelazione Mallejac e 15’02’’ sull’italiano G.Astrua. Bobet (celebre la sua impresa a Briançon, in cui staccò tutti di oltre 5’ conquistando la maglia gialla) iniziava in tal modo l’era del “dopo Coppi e Bartali” (Ginettaccio fu alla sua ultima partecipazione alla Gran Boucle, a 39 anni, piazzandosi  11°), facendo sognare la Francia. In quella edizione noi ci aggiudicammo 3 frazioni, una con Isotti e 2 col solito Fiorenzo Magni, che nel frattempo s’era guadagnato il soprannome Il Leone delle Fiandre, per via dei 3 successi rimediati al Giro delle Fiandre (vinse consecutivamente dal ’49 al ’51): anche per questo suo trittico di successi in terra belga, Magni è considerato dagli esperti uno dei più grandi italiani all time…
1954 DOPPIETTA DI BOBET
Il Tour 1954 non si discosta da quello del ’53, e così si assiste ancora al dominio di “Louison” Bobet che sbaraglia la concorrenza (Kubler, Svizzera, termina secondo a 15’49’’). Per l’Italia inizia una serie di Tour avari di soddisfazioni.
1955 STORICO TRIS DI BOBET
Anche il Tour ’55 vede il trionfo a mani basse di Bobet, il primo francese a fare tris al Tour. Agli altri non restano che briciole (il belga Brankart termina a 4’53’’). Gli azzurri vincono 2 tappe con Fantini e Pezzi. Tra le altre vittorie di Bobet si ricordano il Giro di Lombardia e la Milano-Sanremo nel 1951, il Campionato del Mondo nel 1954, il Giro delle Fiandre del 1955 e la Parigi-Roubaix nel 1956. Louison Bobet è stato tra i campioni di ciclismo più amati dal pubblico grazie alla sua generosità. Morì prematuramente di cancro il giorno dopo il suo 58° compleanno.
1956 WALKOWIAK CAMPIONE PER CASO
Una fuga da lontano di 31 corridori  in una tappa pianeggiante (7^ tappa) decide a sorpresa il Tour. Se lo aggiudica il francese Roger Walkowiak, un outsider, il quale riesce a difendere ed impinguare in montagna il cospicuo margine sui concorrenti (che in verità non erano di grandissima caratura, basti pensare al quinto posto del passista veloce Defilippis, non certo uno scalatore). Una vittoria entrata a suo modo nella storia del Giro di Francia. L’Italia si aggiudicò 6 tappe: 1 con Padovan, 1 con Fantini, 1 con Nencini, 3 con Defilippis. Walkowiak in seguito non seppe confermarsi né al Tour (dove rimane l’unico corridore ad averlo vinto senza vantare nemmeno una tappa alla Gran Boucle) né in altre corse meno impegnative e importanti. Così in dieci anni da professionista ha ottenuto solo una decina di successi. Fra gli sprinter si mise in risalto Hassenforder (4 tappe).
1957 L’EPOPEA DI ANQUETIL HA INIZIO
Nel 1957 ha inizio l’epopea del francese Jacques Anquetil, degno erede di Bobet. Jacques a soli 23 anni vince codesto Tour a redini basse (rifilando oltre un quarto d’ora sui principali concorrenti). Anquetil era un ciclista che costruiva i suoi successi a cronometro (non per niente era chiamato monsieur chrono) per poi difendersi benissimo in salita. L’Italia vinse 6 tappe equamente divise fra Baffi, Nencini e Defilippis.
1958 L’ITALIANO FAVERO E’ BEFFATO DAL MITICO GAUL
Quello del 1958 fu un Tour atipico, uno di quelli destinati a divertire la gente per l’imprevedibilità, scardinando ogni certezza e consuetudine. Un tour d’altri tempi. Il lussemburghese Charly Gaul sin dalle prime battute sembra un corridore fantasma. Ne approfitta in primis Vito Favero. L’italiano (partito nelle vesti di semplice gregario) grazie alla sua regolarità in salita, e ad una gran fuga da lontano in una tappa soft (Quimper > Saint-Nazaire), riesce a conquistare persino la maglia gialla dopo 14 tappe, con un vantaggio su Gaul  colossale: 10’41’’.
Alla 18^ tappa, nella cronoscalata del Mont Ventoux, perde oltre 7’ dal vincitore Gaul, imbattibile nelle gare contro il tempo. Nella tappa successiva, di alta montagna, Favero però guadagna 10’ su Gaul, ma perde la maglia gialla. La classifica generale, infatti, recita: 1° Geminiani, 2° Favero a 3’17’’. Staccatissimo Gaul a 15’12’’!
Alla 21^ tappa – da Briançon a Les Bains – Gaul compie un’impresa alla Bartali o alla Coppi, vincendo in solitario: Favero giungerà 3°, ma con oltre 10’ di gap. Favero si riprende la maglia gialla, ma ha ormai un risicato vantaggio sul più pericoloso avversario: Gaul è ad appena 1’07’’. Nell’ultima asperità, una crono di 74 km con arrivo a Dijon non ci sarà scampo per il nostro atleta. Gaul come da copione vince la tappa, e rifila 3’17’’ a Favero che non può far altro che tirare giù il cappello davanti alle gesta mitiche del lussemburghese. L’Italia si consolò col podio di Favero (2° posto), con 5 tappe (Baffi, Padovan, Baffi, Nencini e ancora Baffi) e con le 6 m.g. dello stesso Favero. Da segnalare, infine, le 5 tappe del velocista francese Darrigade.

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