La fine della Destra, quando si spense la Fiamma del MSI.

di Angelo D’Amore. In Italia non esiste più una destra politica di riferimento. Finito Berlusconi e continuate le ruberie anche tra coloro i quali gridavano “Roma ladrona”, una parte politica del Paese si è dissolta. Caso unico nel panorama politico internazionale, l’Italia al momento, non ha più una prospettiva politica a destra. Tutti i big o presunti tali, facenti parte di questa corrente, cercano di riciclarsi verso il centro, verso quell’anima moderata di ispirazione cattolico-liberale che a mio parere può ritenersi, nel caso italiano, una sorta di insalata russa o per essere più precisi, una fetida minestra riscaldata, proposta agli elettori per cercare di non scomparire del tutto. Ma la fine della Destra avvenne nel 2009, quando si spense la fiamma del Movimento Sociale di Giorgio Almirante… Così scrivevo nel marzo di quell’anno. Ciò che presagivo, ahimè, si è realizzato. Buona lettura…
22 marzo 2009. Alleanza Nazionale si è sciolta. La fiamma della destra si è spenta. A Roma prende corpo definitivamente il PDL. Nasce un grosso contenitore politico, dove di destra c’è veramente poco. Se consideriamo che, a livello europeo, il più grande partito italiano, confluirà nel PPE, dobbiamo convenire che l’anima della destra nazionale di Almirante memoria, scompare definitivamente. Il nuovo partito dovrà dal primo momento organizzarsi per guardare al futuro, un futuro immaginato anche senza la presenza ingombrante di Berlusconi. L’attuale Premier, oltre ad esserne stato l’ideatore, è l’assoluto collante di un movimento popolare dalle venature populiste, diventato assoluta e dominante forza politica e partitica. I leader di AN, affermano che il PDL è il naturale traguardo di tutte le forze moderate di destra del Paese. Ma sarebbe nata questa forza, senza la presenza di Berlusconi? Siamo sicuri che tutti gli elettori di destra si sentano emotivamente coinvolti in questo movimento moderato? Si tende a sottolineare che il PDL è l’attuazione delle vecchie idee di Tatarelliana memoria. Un tempo però, il Movimento Sociale, a tutti i costi doveva smussare la sua dura corteccia nazionalista per cercare di uscire da un volontario oscurantismo separatista, per diventare un “normale” soggetto politico, capace di interloquire con gli altri partiti. Erano i tempi della prima Repubblica, caratterizzati dal dominio del penta-partito. Poi a Fiuggi, ci fu la nascita di AN. La destra diventa forza moderna ma sicuramente non moderata. Abbandona i suoi scheletri nell’armadio ma non perde la sua identità. Oggi, con la nascita ufficiale del PDL o meglio, con la fine di AN, gli esponenti di quella che fu la spina dorsale della destra italiana, siedono allo stesso tavolo con gli ex democristiani, socialisti, liberali, repubblicani. Per molti l’utopia si realizza. Prende corpo e muove i suoi primi passi, un grosso soggetto politico, attrattore di voti, consenso, rappresentatività nazional-popolare, tenuto insieme nelle sue diversità (al momento celate) dalla leadership indiscussa e incontrastata del suo stratega: Berlusconi. Sicuramente però, non si potrà più parlare di destra in Italia.

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