Primo: la dignità del lavoro. Basta stipendi da fame!

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Non è vero che “loro”, i politici, sono tutti uguali. Non è vero che l’esempio dei 5stelle, gli unici che hanno mantenuto la promessa elettorale di ridursi lo stipendio una volta eletti, non è valso a niente! Non sarà servito ai mestieranti della politica, incollati da una vita alle poltrone e che continuano ad incassare assegni e vitalizi scandalosi per quel che fanno e per come lo fanno, ma certamente è servito alla gente che tira a campare con pensioni e stipendi da fame e che presto sarà chiamata alle urne.

L’esempio dato dai consiglieri, dagli assessori, dai sindaci e dai parlamentari del MoVimento5stelle è servito senz’altro a riaccendere la speranza che “se si vuole si può cambiare”, in tutti quei cittadini che un tempo facevano i salti mortali per arrivare a fine mese e che oggi quel mese non sanno neppure come iniziarlo: disoccupati, cassintegrati, esodati, pensionati, lavoratori con retribuzioni dimezzate dall’entrata in vigore della moneta unica e che poco possono per stare al passo con il costo della vita.

Se in ogni settore lavorativo e produttivo, non solo nell’ambito circoscritto alle cariche elettive delle istituzioni, venisse recepito l’esempio dei 5stelle, invece di attuare lo sporco ricatto di sottopagare gli attuali occupati per mantenere il posto di lavoro, avremmo certamente la moralizzazione di certi stipendi. 

Questo occorre all’Italia, ma con estrema urgenza, non le solite chiacchiere! 

Considerata la gravità, senza precedenti, dell’attuale crisi economica e il malessere sociale che attanaglia il Paese, rivedere e correggere il sistema retributivo italiano urge più di qualsiasi altra riforma o legge elettorale che dir si voglia.

Se l’esempio dei 5stelle sortisse un effetto domino non solo sugli stipendi di tutti i politici, ma anche e soprattutto sugli stipendi dei manager sia pubblici che privati, si realizzerebbe una redistribuzione più equa della ricchezza del Paese, attualmente concentrata nelle mani di pochi, e si starebbe tutti meglio

L’economia nazionale riprenderebbe una boccata d’ossigeno, la gente con qualche soldo in più in tasca tornerebbe a spendere, i negozi a vendere, le imprese a produrre e ad assumere personale.

Ma fino a quando ci saranno personaggi che – oltretutto senza alcun merito particolare, anzi, a volte con l’aggravante di averci ridotto così come stiamo – continuano ad incassare valanghe di euro, non ci sarà nessunissima speranza per l’operaio, il commesso, l’impiegato e l’Italia tutta, di risalire la china.

Fino a quando lorsignori continueranno a spartirsi tra di loro una torta le cui fette più consistenti vengono fagocitate sempre dai soliti personaggi e dagli amici degli amici, al popolo – che ormai lavora quasi esclusivamente per pagare le tasse – non resteranno neppure le briciole e arriverà qualcuno che spegnerà quella famigerata luce in fondo al tunnel perché l’Italia non sarà più in grado di pagare la bolletta della Troika!

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