La crisi di un grano che c’è.

di Antonello Laiso. Quelle regioni  del mondo  rimaste a quei margini noti da tutti ovvero di  sottosviluppo che da anni si aiutano con l’invio di missioni umanitarie, con l’invio di medici, di farmaci e con l’aiuto di docenti per quell’ istruzione importante in terre che in tutti i casi fanno parte di questo mondo sarebbero i primi a essere toccati per una crisi del grano ucraino bloccato.
Quei milioni di tonnellate stipate in quei silos che al momento si sta tentando esportare  per evitare una  probabile crisi umanitaria  e di far uscire dal territorio ucraino ,un territorio la cui geografia  sta cambiando  purtroppo quei confini” leit motiv”  di una guerra che sta sconvolgendo il mondo .
Le crisi le conosciamo quali siano durante o dopo una guerra ,ma mai credevamo che si potessero ripetere dopo aver  quella conoscenza di una storia triste e drammatica che non e’ servita da deterrente ,una storia che non ha insegnato nulla se non le rimodulazioni di alcuni territori conquistati con la forza.
Se non e’ facile per noi il sostenere quella mancanza di materie prime come quelle energetiche ed alimentari  e pur con non tanto facilità possiamo permetterci quegli aumenti correlati che gioco forza fanno parte di un mercato non piu florido ma stagnante come potranno farlo quei paesi africani?.

Per Quei paesi del sud del mondo sarebbe un apocalisse che non vogliamo nemmeno immaginare, li dove si sopravvive o meglio si moriva con facilità gia prima di questa  guerra tra le mille difficoltà per la mancanza d’acqua ,di cibo, di assistenza sanitaria non adeguata a quei milioni di persone.

Questi paesi etichettati  in modo dispregiativo come i paesi del terzo mondo sono da sempre  gia in affanno per una sopravvivenza di quei bambini, per quelle malattie endemiche o epidemiche per quella mancanza di tutto, non possono permettersi quegli aumenti li dove tutto manca e tutto dovrebbe essere alla loro portata almeno virtualmente .
Non possiamo far diventare quella del grano un arma nucleare in particolare per loro di cui e’ l’alimento povero piu’ economico principale con il quale sopravvivono.
Non possiamo che tali paesi possano essere sotto la soglia di ricatti poiché’ non sarebbero in grado di  subire   ricatti o altro.
Quella situazione umanitaria di cui si discute una sera si e un altra pure in quelle trasmissioni televisive deve essere quel primo pensiero di aiuti internazionali, ancor prima di mandare quelle armi in Ucraina  pur per difesa di un popolo sotto attacco non fanno altro che inasprire una guerra di cui si conosceva dall’ inizio chi poteva essere il vincitore militare   anche se   il coraggio di una  difesa strenua e il costo di tante vite va premiato.
Al di la del bene e del male vero ce’ lo insegna Nietzsche ,  ma poi per vivere si deve scegliere tra filosofia e realta’  quando non coincidono.

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