La corsa a chi riapre per primo!

di Redazione. Ad inizio pandemia c’erano in Italia due “tifoserie”: chi era per chiudere tutto, chi poco e niente! Ora è del tutto irrilevante chi fosse da una parte e chi dall’altra dal momento che per la maggioranza e l’opposizione politica di questo paese, sempre diviso in tutto e per tutto anche quando si tratta di situazioni emergenziali e tragiche come quella del Covid-19, è del tutto normale che quando è il governo a dire “bianco”, l’opposizione debba dire “nero”, e viceversa. Con le dovute eccezioni del caso, a confermare la regola, che anche all’interno di maggioranza e opposizione ci sono le inevitabili divisioni (Vedi per il Mes. Governo: Pd Sì, M5s No. Opposizione: FI Sì, Lega e FdI No)!

Eppure il contatore della Protezione civile non si ferma. Ogni giorno contiamo centinaia di morti, ma dopo le divisioni e le polemiche sulla “chiusura”, adesso c’è la corsa disordinata, scomposta a chi “riapre” per primo, come se il contagio fosse stato sconfitto, i decessi azzerati ed il vaccino inoculato a tutta la popolazione!

Pur tuttavia, è fisiologico che prima o poi bisognerà tornare tutti a lavorare, a studiare e a vivere anche fuori di casa, e per questo la scadenza del 3 Maggio sembra la più ragionevole.

Dal 4 Maggio, infatti, l’Italia prova piano piano a tornare alla “normalità”. Fino a quel giorno sarà in vigore il “lockdown” imposto dal governo. La linea sin qui seguita è stata molto rigorosa, certamente più che nel resto dell’Occidente, anche se i risultati non ci rendono orgogliosi: il nostro tasso di mortalità risulta il più alto al mondo, mentre il numero dei contagi continua a crescere nell’ordine delle tre migliaia al giorno come minimo. 

Ma non possiamo permetterci il lusso di restare chiusi dentro casa fino a quando tutto sarà finito, anche perchè non lo sappiamo!

Per contro quello che desta maggiori preoccupazioni è che Governo, Regioni e Comuni non si stanno preparando alla “riapertura”: non si stanno attrezzando per limitare i rischi del contagio ai quali verrà esposta la cittadinanza contro un virus che ancora non è stato sconfitto.

Allora che facciamo? Riapriamo!? Sì, va bene, ma come?

Come intendono mantenere il “distanziamento sociale” di almeno un metro e mezzo su autobus, tram e metro?
Le mascherine saranno obbligatorie? Sì! E allora sarà lo Stato a distribuirle gratuitamente ai cittadini oppure saranno lasciate al mercato degli speculatori?
Al pronti (maddechè), partenza, via, quando tutti noi saremo “autorizzati” ad uscire di casa, verrà effettuato un tampone o uno straccio di test per diagnosticare che non andremo a contagiare o ad essere contagiati da amici, parenti, colleghi di lavoro, compagni di studio,ecc, ecc?

Ecco, della destra, della sinistra, del centro e delle loro avvilenti e squallide polemiche, poco ce ne importa, quando le risposte che i cittadini aspettano a tutela della propria salute sono eluse, confuse o del tutto assenti!

Quante migliaia di morti ancora dovremo contare fino a che qualcuno ci dia delle risposte chiare? Di quante vittime e di quanti giorni di clausura ancora abbiamo bisogno per capire che i nostri destini sono legati e che ciò che accade in una Regione o in un Comune condiziona pesantemente ciò che accade in tutto il resto del Paese?

Errare è umano, e si è “errato” molto, troppo. Ma perseverare è diabolico!

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