Trasporti, prezzi alle stelle. Per i ‘fuori-sede’ tornare a casa costa un botto!
di Francesca Marra. Tantissimi sono i giovani emigrati per lavoro che in questi giorni corrono alla ricerca di un posto libero su cui viaggiare per tornare a casa. La condizione appena accennata vede, vittime incondizionate, studenti fuori sede e lavoratori di ogni categoria, operanti in luoghi diversi dalla propria città natale. Ed è proprio quest’ultimo che muove le intenzioni di queste persone, che desiderano tornare alla propria base per le vacanze natalizie.
Ma quanto costerà loro questa decisione del tutto fondata e lecita?
I treni, come i bus e per i più fortunati gli aerei, hanno gonfiato i prezzi alle stelle: le rotte più frequentate sono inaccessibili e fare un investimento per pochi giorni di festa, porta a rinunciare la maggioranza. Si evita dunque di riabbracciare la propria famiglia e di trascorrere le festività coi propri cari, amici e parenti. Il tragitto che conduce alla stazione più vicino casa, costerebbe non meno di 100 euro per singola tratta: inutile descrivere le condizioni di precariato in cui versano i giovani, che non possono permettersi la spesa.
Ma ci chiediamo quanto pesi loro questa rinuncia?
Dovrebbero sussistere servizi pronti ad erogare dei bonus, dei benefici, riducenti anche parzialmente la somma da versare. Tornare a casa dovrebbe essere un diritto per tutti, non una scelta condizionata dallo Stato.
Cambiano i governi, ma nulla cambia per le infrastrutture ferroviarie nulla
Prezzi alle stelle, ma servizio non certo alle stelle ma alle stalle…
Pensiamo ai pendolari.
Pensiamo alla Puglia con il binario uniico…
Un’Italia con ferrovie non all’altezza del III° MIllennio
In ITALIA il nodo trasporti ferroviari è datato.
Le vecchie FF.SS funzionavano bene, si è voluto privatizzare, ed i risultati li vediamo.