Babushka Z, la nonnina del Donbass con la bandiera dell’Urss è diventata il simbolo della liberazione dell’Ucraina!

Mariupol è una città in macerie quasi completamente in mano ai russi, ma per Mosca è anche un simbolo e come tale ha bisogno di ritualità e icone: lo mostra la statua appena eretta della ‘babushka’ ucraina con la bandiera rossa, la nonnina del Donbass russofona e russofila che ha rifiutato il cibo dai soldati ucraini sventolando il vessillo con la falce e martello.

Nexta tv, media bielorusso di opposizione, ha twittato la foto della statua, tutta in nero, in stile sovietico, il fazzoletto in testa e in mano il drappo dell’Unione sovietica.

La vicenda è diventata virale sui social filo-Russia il mese scorso con l’immagine della nonnina ucraina trasformata in breve tempo in una tale icona da comparire su murales, quadri e anche immagini cucite sulla divisa dei soldati di Mosca.

C’è chi la chiama “Babushka Z” o “Babushka della Vittoria”. È lei la nuova eroina della cosiddetta “operazione militare speciale” russa in Ucraina: una vecchietta di Kharkiv che è andata incontro alle forze armate di Kiev con la “bandiera rossa”, lo stendardo sovietico con falce e martello, pensando che fossero soldati russi. I militari, che invece sono ucraini, le offrono da mangiare, si fanno dare la bandiera e la calpestano. Quando l’anziana donna comprende che si tratta di soldati ucraini, restituisce il sacchetto col cibo e urla: “Non voglio, quella che state calpestando è la bandiera per cui sono morti i miei genitori”.

E da quel momento la nonnina è diventata ‘virale’ su tutti social facendoal diventare simbolo di onore, coraggio e patriottismo per i russi.

La nonnina Z credendo che il territorio fosse passato sotto il controllo della Russia, va incontro ai soldati ucraini con un enorme vessillo dell’Urss, senza notare le loro insegne gialloblu: “Vi aspettavo. Pregavo per voi, per Putin e per tutto il popolo russo”.

Uno dei soldati le porge cibo in scatola e una busta di generi alimentari. La nonnina, inizialmente rifiuta, “Ne avete più bisogno voi”, poi accetta e nel prendere le buste porge lo stendardo al militare. Che lo getta nel fango e inizia a calpestarlo gridando: “Gloria all’Ucraina”.

Al che la nonnina restituisce il pacco e inveisce: “Questa è la bandiera con cui hanno combattuto i miei genitori”. E accusa il presidente ucraino Volodymyr Zelenky di aver provocato l’offensiva di Mosca perché “non ha trovato un linguaggio comune con Putin”.

Pochi secondi, ma mandati in onda a ripetizione su tutte le tv di Stato e i media online di proprietà statale come riprova del sostegno popolare ucraino per i russi “liberatori”. Sotto titoli come: “La babushka con la bandiera dell’Urss è diventata il simbolo della liberazione dell’Ucraina” oppure “Il colore della verità che spaventa i nazisti ucraini”.

Un murale con l’icona della cosiddetta “nonnina Z”

A metà aprile la storia della “babushka con la bandiera rossa” è persino arrivata al Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Il vice ambasciatore russo presso le Nazioni Unite Dmitrij Poljanskij ne ha parlato come prova che gli ucraini “aspettano la liberazione dai nazisti”. Una settimana dopo, il capo di Roscosmos Dmitrij Rogozinha promesso che un’effigie della nonnina verrà dipinta su una navicella Soyuz in uno dei prossimi lanci. In vista della Giornata della Vittoria, si moltiplicano gli omaggi.

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