Kenya, Somalia, Etiopia: 20 milioni di esseri umani rischiano di morire di fame.

Quanti miliardi di dollari e quante energie tragicamnete sprecate nelle guerre che uccidono uomini, donne e bambini che distruggono intere città! Forze, mezzi, denari e risorse umane che invece potrebbero essere dirottate verso quei paesi del terzo mondo dove anocra si muore di fame!

Secondo l’Onu, infatti, sarebbero venti milioni di persone sono a rischio di morire di fame quest’anno poiché le ritardate piogge peggiorano la terribile siccità in Kenya, Somalia ed Etiopia.

FAME E SICCITA' in SOMALIA e in tutto il CORNO D'AFRICA – la crisi finanziaria ed economica europea ed americana dimentica i “grandi poveri” e le loro tragedie, e non considera unaL’estrema siccità durata mesi ha lasciato il Corno d’Africa sull’orlo di una catastrofe umanitaria, distruggendo raccolti e bestiame e costringendo un gran numero di persone a lasciare le proprie case in cerca di cibo e acqua. Poiché le piogge tanto attese non si materializzano da quasi un mese nell’attuale stagione delle piogge, “il numero di persone affamate a causa della siccità potrebbe aumentare dagli attuali 14 milioni a 20 milioni fino al 2022”, ha annunciato il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (Wfp -World food programme).

Sei milioni di somali, ovvero il 40 per cento della popolazione, stanno affrontando livelli estremi di insicurezza alimentare e c’è “un rischio molto reale di carestia nei prossimi mesi” se le condizioni attuali persistono, ha affermato il Wfp.

In Kenya, mezzo milione di persone è sull’orlo di una crisi di fame, con le comunità del nord del Paese particolarmente a rischio a causa della loro dipendenza dal bestiame.

Nel frattempo i tassi di malnutrizione nell’Etiopia meridionale e sudorientale colpite dalla siccità sono aumentati al di sopra delle soglie di emergenza, mentre il nord del Paese è vittima di una guerra che dura 17 mesi tra le forze governative e i ribelli del Tigri. Le terribili condizioni sono state esacerbate dal conflitto in Ucraina, che ha contribuito all’aumento dei prezzi di cibo e carburante e all’interruzione delle catene di approvvigionamento globali, ha proseguito il Wfp.

 

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