Il Rottamatore della democrazia.

di Maria Pia Caporuscio. Il logorroico fiorentino che doveva rottamare i politici corrotti, sta invece rottamando le regole che gli italiani si sono date.E’ dunque doveroso votare NO al referendum perché le ragioni che proclamano non sono vere: il bicameralismo non finisce ma da paritario diventa confuso. Il Senato non sparisce ma diventa una camera di serie B che stronca le opposizioni e apre la strada ad ogni sorta di abuso: trivelle, inceneritori, grandi e devastanti opere inutili, centrali a carbone o nucleari da piazzare ovunque, qualora il governo lo ritenga di “interesse nazionale”,
senza chiedere il permesso a nessuno. Questa “riforma” in aggiunta all’attuale legge elettorale (che il ‘premier senza voto’ si guarderà bene dal cambiare) porrà nelle mani di un solo uomo tutto il potere, in un accentramento neostatalista, esattamente il contrario di quel che è e deve essere una Democrazia. Riforma che spacca in due il paese, essendo stata approvata sulla minaccia di elezioni anticipate, di sedute notturne, di dimissionamento dei dissidenti ed è figlia di un governo di non eletti e di una legge elettorale illegittima.Purtroppo questi ‘signori’ ritengono la Costituzione al servizio del governo di turno e non l’esatto contrario, così ogni governo può scriversi le regole ad uso e consumo personale: un capolavoro! Dunque la famosa rottamazione che questi ‘signori’ doveva fare, era la rottamazione della Carta Costituzionale. Votando “SI”, si vota una costituzione di parte e non di tutti gli italiani. Ci imbottiscono di balle: che i “SI” sono decisionisti e i “NO” conservatori, che il “SI” è velocità e il “NO” paralisi, che i “SI” sono la semplificazione e i “NO” la complessità: tutto falso. La riforma Renzi-Boschi-Verdini non migliora niente, depotenzia solamente la democrazia e sigilla l’attacco neoliberale voluto dalla Trilaterale e da JP Morgan, contro le Costituzioni “antifasciste” dei paesi europei. Col “Sì” avremo più decisione e meno rappresentanza, più governabilità e meno diritti, più stabilità e meno sovranità. Molti di questi cambiamenti sono già in atto ma per evitare contestazioni necessitava dissacrare la Costituzione e la conferma in Costituzione del pareggio di bilancio ne è la prova.

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