di Antonello Laiso. La recente riappacificazione d’intenti tra il garante del M5S Grillo e l’ex premier Conte e’ stata attenzionata ad arte, probabilmente volutamente forzata anche con quel immagine simbolica del “volemose bene” del patto della spigola.
Un patto che a tanti addentro la politica e non ed al sottoscritto sa molto poco di pesce e molto di palcoscenico tirato su in un sipario incerto, un palcoscenico che doveva essere creato per un partito pardon un movimento che da tempo arranca in quella risalita di consensi elettorali e di gradimento popolare che da statistiche sembrano quasi dimezzati da quando tanti irruppero con il zainetto alle spalle in quel palazzo della politica,li dove era il nemico, con l’intento di combattere piu efficacemente quel nemico dal interno.
Un nemico che a tutt’ oggi ed a distanza di diversi anni si fatica ancora a capire quale fosse visto che tale movimento si e’ alleato sia con la Lega notoriamente a destra in primis poi con il Pd storicamente partito di sinistra.
Un partito che non poteva permettersi una scissione come pareva in un primo momento quasi certa .Un partito che deve dimostrare quella unita’ quella compattezza che se fosse mancata avrebbe reso vano quella salita di rimonta.
Una scissione infatti in questo particolare momento di riappropriazione almeno in parte di quei consensi persi,consensi che hanno permesso Governi.
Non si poteva dare meglio immagine di solidita’ e accordo tra i due condottieri di quella foto che sancisce quel patto che sia di una spigola o di facciata, poco importa, l’importante in politica e’ far credere.
Nel loro piatto la spigola… nel nostro la lisca con le spine!