Cavie umane gratuite: il sogno di ogni impresa farmaceutica!

di Yvan Rettore. Provengo dalla Svizzera dove si recano regolarmente ogni anno centinaia di italiani a fare da cavia per imprese farmaceutiche.
Si fanno quindi inoculare vaccini e sieri sperimentali, assumono farmaci e provano prodotti sulla loro pelle firmando ogni volta un documento che esautora da qualsiasi responsabilità l’azienda farmaceutica in merito alle conseguenze che tali azioni potrebbero avere sullo stato di salute del soggetto coinvolto.
Coloro che aderiscono a tali proposte vengono pagati piuttosto bene, spesati per le trasferte e con vitto e alloggio offerti dall’azienda proponente.
Perché parlo di questo fenomeno?
Perché grazie ad importanti appoggi del mondo politico e finanziario internazionale, Big Pharma è riuscito nell’ambito dei sieri anti-covid (chiamiamo le cose col loro nome) ad usare milioni di cavie allo stesso modo di quanto si è soliti fare in Svizzera ma con due differenze sostanziali.
La prima è che non ha dovuto pagare nessuna persona che si è presentata per farsi inoculare il siero.
La seconda è che si è fatta perfino pagare per farlo dalle collettività dei paesi coinvolti!
Quindi il sogno di ogni casa farmaceutica di usare gratuitamente delle cavie umane per giunta facendosi pagare si è largamente avverato, con una campagna di vaccinazioni di massa mai vista prima e che ha fruttato guadagni stratosferici per le case produttrici.
Al di là di tutto questo, uno degli aspetti più gravi della vicenda è che per fare un vaccino o un siero ci vogliono tra i cinque i sette anni.
E anche dopo tale termine la pericolosità di certi vaccini permane come è stato il caso anni fa ad esempio di quelli relativi all’epatite B.
Detto questo, è ovvio che i sieri in circolazione non possano avere ancora nessuna autorevolezza scientifica perché sono ancora allo stato sperimentale e soltanto dopo la certificazione dell’EMA verso la fine del 2023 (scadenza manco sicura perché finora non ci sono ancora elementi sufficienti per poterla rilasciare) potranno acquisire uno status di valenza scientifica e non supposto.

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