Il governo dichiara ‘Stato Emergenza’ e lancia ‘Casa Italia’.

Il governo ha dichiarato lo stato di emergenza per le zone terremotate e ha deciso i primi interventi per affrontare il dopo-terremoto, annunciando il progetto ‘Casa Italia’ per cercare, come dichiara il premier, “tutti insieme, al di là delle visioni politiche”, di mettere in piedi un sistema di prevenzione infrastrutturale che eviti per il futuro la triste conta dei morti che colpisce l’Italia dopo ogni terremoto. Insomma, una sorta di ritrovato sentimento di “unità nazionale” che potrebbe
riavvicinare in modo inatteso Matteo Renzi a Silvio Berlusconi e magari anche al Movimento 5 Stelle. Dal fondo emergenze saranno subito messi a disposizione 50 milioni per i primi interventi oltre al blocco delle tasse a cui lavorerà a breve il Mef. La ricostruzione di paesi e borghi verrà dopo ma il governo sembra avere idee chiare. Nessuna new town, secondo il modello molto discusso dell’Aquila, ma interventi “il più veloce possibile” e decisi insieme ai sindaci, assicura il premier, per rimettere in piedi paesi, come Amatrice, simbolo dell’Italia oltre che del reatino. E permettere agli abitanti di restare vicini alle loro radici. Magari, si impegna Renzi, evitando sprechi e ruberie sugli appalti. “I soldi – spiega – vanno spesi bene nel rispetto dei cittadini italiani, quanti soldi sono stati buttati via in passato e in questo senso il modello Anac può essere applicato anche nella ricostruzione. Chi ruba è uno sciacallo!“. Se all’Aquila, “c’è stato un blocco nella ricostruzione, questo – si impegna il presidente del consiglio – non avverrà ora. Dobbiamo fare un’operazione per cui i lavori procedono spediti”. Il premier insiste sut tema della “prevenzione” che “magari non rende in termini di consensi immediati ma fa bene al paese”. Per questo lancia un appello non solo alla politica, “Ora è il momento in cui insieme, l’Italia tutta intera possa provare a fare il salto di qualità, con un progetto che non sia limitato alla gestione delle emergenze”, ma anche al mondo delle professioni per definire insieme il progetto ‘Casa Italia’, “Una operazione in cui chiamare insieme tutti i principali attori del nostro Paese, dalle associazioni di categoria ai sindacati, dal mondo dell’associazionismo, per ragionare un progetto che sia il più serio e sistematico”, il tutto all’insegna di un improbabile ‘volemose bene’, almeno nella sventura! Ma la pax-renziana finirà in autunno quando il suo governo cadrà come le foglie, nello stesso momento in cui gli italiani diranno di “NO” alla “sua” riforma costituzionale!

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