Il fallimento della politica.

I fatti di sangue di questi ultimi giorni legati all’immigrazione, le sciagure idrogeologiche ed ogni sorta di accadimento drammatico ed emergenziale, come un treno che deraglia o un ponte che crolla di schianto, sono argomenti che, pur nella loro devastante tragicità, vengono puntualmente strumentalizzati dalla politica, ma mai affrontati e risolti. Una politica a corto di soluzioni concrete per i reali problemi degli italiani – lavoro, pensione, salute, istruzione, sicurezza, giustizia e welfare – che, sia da destra che da sinistra, soffia sul fuoco del malcontento e del malessere nazionale per giustificare la propria latitanza e per raccogliere voti. Le sinistre che danno del fascista e del razzista alle destre. Le destre che urlano al caos per il lassismo delle sinistre. Le sinistre che recitano la liturgia dell’antifascismo per mascherare le proprie divisioni interne e per non parlare di lavoro, lavoratori e diritti sociali. Le destre che intonano la litania del nazionalismo per camuffare le leggi ad personam dei loro precedenti governi. Ma così non si va da nessuna parte. Si va soltanto a sbattere contro il muro dell’indifferenza e della rassegnazione dei cittadini-elettori a questa politica, il cui unico risultato concreto è stato quello di aver prodotto il 50 per cento di astensionismo elettorale. La ragazza fatta a pezzi e il pazzo di Macerata, sono soltanto gli ultimi drammatici segnali del fallimento dei compiti fondamentali della politica, sia di governo che di opposizione, che sono essenzialmente quelli di governare, amministrare, garantire ordine, sicurezza e benessere alla cittadinanza. Insomma, la politica deve risolvere i problemi della gente e non strumentalizzarli aizzando rabbia e odio, apatia e rassegnazione. Tutto il resto è fuffa, fuffa elettorale!

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