Tutta Italia al ballottaggio: che legnata per il Partito di Renzi!

Bisognerà aspettare il 19 giugno per conoscere il nome del sindaco delle principali città italiane. Risultato quasi scontato dopo la fine del bipolarismo con una scheda elettorale tornata alle vecchie “lenzuolate” della prima Repubblica. Il dato politico è comunque stigmatizzato dal solito, quanto preoccupante, astensionismo che segna un 5% in più rispetto alle ultime amministrative. Ieri al voto si sono recati appena il 62,14% degli aventi diritto contro il 67,42% delle ultime elezioni comunali. E poi la legnata incassata dal Pd che proprio non ce la fa “sfondare”, per colpa non solo della cattiva gestione delle città chiamate al voto, prime fra tutte Roma devastata da Mafia Capitale, ma soprattutto per la politica dei tanti annunci e zero fatti del suo leader nominato da Napolitano alla guida del governo: oltre due anni in cui il “premier senza voto” non ha fatto nulla per la crescita e lo sviluppo del Paese! Insomma, il Partito di Renzi è in calo quasi ovunque:
chiude in testa a Torino e Bologna, due roccaforti sempre più traballanti, crolla a Roma ma soprattutto a Napoli, dove resta fuori dal ballottaggio. I numeri però dicono qualcosa in più: a Milano i dem aumentano di 3 punti (28%) ma si dimezzano a Roma (17%) e a Napoli (12%) e perdono 8 punti a Bologna (35%) e 7 a Torino (29%). 
Nella Capitale il successo del Movimento Cinque Stelle va oltre ogni più ottimistica aspettativa, con Virginia Raggi che sfonda e va oltre il 35%. Al secondo turno a contendergli la poltrona di primo cittadino sarà il candidato del centrosinistra Roberto Giachetti, dopo il testa a testa con Giorgia Meloni, che paga la frattura all’interno del centrodestra. Alfio Marchini appoggiato da Silvio Berlusconi non va oltre l’11%.A Milano tutto secondo copione. Al ballottaggio se la vedranno Giuseppe Sala e Stefano Parisi, con Sala avanti per una manciata di voti. Il centrosinistra, a Torino, con Piero Fassino, se la dovrà vedere con il candidato del Movimento 5 Stelle Chiara Appendino. A Napoli, il Pd resta fuori dai ballottaggi. Il sindaco uscente De Magistris va oltre il 40% e se la vedrà con Gianni Lettieri. Anche a Bologna verdetto rinviato. Il sindaco uscente Virginio Merola, del Pd, non è riuscito a spuntarla e dovrà confrontarsi al secondo turno con la candidata della Lega Nord Lucia Borgonzoni. Ce la fa al primo turno invece a Cagliari l’uscente Massimo Zedda; il candidato di Forza Italia, Piergiorgio Massidda, si ferma al 30% circa. A Salerno non ha rivali Vincenzo Napoli, candidato del centrosinistra che ha sfondato il muro del 70%. Andranno al ballottaggio Caserta e Benevento.
Boom dei 5 Stelle che riesce a scavalcare il partito di Renzi, mettendo a segno risultati in qualche modo storici. I grillini arretrano sì a Napoli (9%) e restano stabili a Milano (10%) ma crescono a Bologna (record, 16%), raddoppiano e sfondano a Roma (35%) e aumentano di un terzo a Torino (30%). Ma queste elezioni, oltre al funerale del bipolarismo, hanno celebrato anche la fine politica di Silvio Berlusconi. Per Forza Italia è stato un bagno di sangue: perde 3 voti su 4 a Roma (ridotta al 4%), due voti su tre a Torino (4,7%), si dimezza a Napoli (9%) e tiene bene soltanto a Milano (20%), dove anzi aumenta di 8 punti. Ma da oggi fino al 19 giugno, data del ballottaggio, i riflettori sono tutti puntati sulla Capitale, dove Virginia Raggi rischia di diventare il primo cittadino. A meno che, come accaduto per la Le Pen in Francia, anche qui da noi, a Roma, non scatti per la candidata dei 5Stelle “la tagliola” di Berlusconi e Renzi!

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