Il Bugiardino. Breve guida ai sintomi della vita.

di Umberto Scopa. Partiamo dalla premessa inconfutabile che la vita è una malattia, ed è una malattia incurabile, perché porta sempre inevitabilmente alla morte dopo un decorso più o meno breve. Si contrae con la nascita, e perdura per un tempo variabile fino al suo esito inevitabile. E’ anche contagiosa, perché chi è pieno di vita è considerato un untore e trasmette al prossimo i suoi sintomi. Ma esaminiamo alcuni aspetti del suo decorso. A differenza delle altre malattie la vita paradossalmente preoccupa i pazienti che ne sono affetti solo in caso di eccessiva brevità, ed è questo un effetto singolare della malattia che genera nel paziente un ostinato attaccamento alla stessa.
Qualche secolo fa chi contraeva la vita usciva dalla malattia in una cinquantina di anni, oggi per guarire ce ne vogliono in media un’ottantina. Come in ogni malattia esistono dei malati immaginari naturalmente, convinti di essere in vita, e invece percepiscono solo i sintomi di una vita che non hanno. Sono dei cadaveri ambulanti che vivono per lo più solo attaccati ad uno smartphone, che però non è possibile staccare, per una inveterata tendenza maggioritaria ancora favorevole all’accanimento terapeutico. Ovviamente i farmaci per accorciare la vita sono generalmente fuorilegge, ma fanno eccezione alcuni che sono ben tollerati dallo Stato come il tabacco, i pesticidi, l’ossido di carbonio, e altri non mutuabili, ma alla portata di tutti. La vita però, come malattia, non è ancora riconosciuta a molti effetti, se andate in un pronto soccorso lamentando una botta di vita non vi ricoverano, o forse sì, ma alla neuro. Buona vita a tutti!

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