Sono stufo di sentirmi dire che la “gente” vuole sapere chi governerà il giorno dopo il voto.

di Maurizio Cipri. Sono stufo di sentirmi dire da molti di questi politici che la “gente”, quando va a votare, vuole sapere chi governerà il giorno dopo il voto. A parte il fastidio che provo nell’ascoltare questo termine “gente” pronunciato con un tono vagamente dispregiativo o comunque paternalistico, attribuito a delle persone, ciascuna delle quali rappresenta innanzitutto un se stesso, ma chi l’ha detto che le cose stanno così? 
A me interessa, visto che siamo in una democrazia, che viene definita costituzionalmente rappresentativa, mandare in Parlamento persone che ritengo degne di rappresentarmi per quello che sono, per come hanno operato, per le idee che difendono e per i programmi conseguenti che si impegnano a sostenere. Tutto questo in un rapporto dialettico con gli altri rappresentanti eletti e in un solido e continuativo incontro con i propri elettori. Questo mi interessa, essere rappresentato, naturalmente sono consapevole che la stessa democrazia rappresentativa prevede la formazione di organismi istituzionali e di un governo. Ma questo attiene alla capacità e alla responsabilità delle forze politiche e degli eletti. Non si può chiedere a me cittadino-elettore di scegliere il governo che preferirei, intanto perché è implicito che vorrei vi fossero le idee, le persone e il partito che ho votato, ma soprattutto perché il mio voto chiede semplicemente delle risposte e una capacità di risolvere i vari problemi del Paese (e non sto a farne il solito elenco trito e ritrito e che tutti abbiamo presente). Se non c’è questa capacità, vorrà dire che si andrà ancora al voto e noi cittadini dovremo avere la capacità di fare le nostre valutazioni, (anche se questo è un discorso complesso che richiederebbe più spazio per una riflessione proprio sul tema della democrazia e del suo futuro). E non mi pare che in altri dove questo è successo sia scoppiata una tragedia, anzi in alcuni casi le cose non sono poi andate così male in attesa di un ritorno a governi rappresentativi.

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