I soldi del calcio valgono più delle vite umane?

di Amnesty International. Lo sai che oggi in Arabia Saudita comincia la Supercoppa italiana? Ti chiederai come mai un torneo che coinvolge le migliori squadre italiane si tiene a Riad. Semplice: per i soldi.

Soldi che come un gigantesco ombrello vengono usati per fare ombra sulle gravissime violazioni dei diritti umani nel regno del Golfo.

E così, mentre ci si prepara al fischio di inizio del match tra il Napoli e la Fiorentina, due ragazzi rischiano l’impiccagione solo per aver partecipato a delle proteste. In Arabia Saudita questo può bastare per essere accusati di terrorismo e finire nel braccio della morte, come è successo ad Abdullah al-Derazi e Jalal Labbad, entrambi minorenni all’epoca dei presunti reati.

È inaccettabile che investire nel calcio possa far dimenticare le violazioni dei diritti umani.

Fermiamo insieme questa ingiustizia.

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In vista dell’inizio del torneo della Supercoppa italiana di calcio, che si svolgerà ancora una volta in Arabia Saudita dal 18 al 22 gennaio, il giornalista, scrittore e presidente del premio Sport e diritti umani Riccardo Cucchi ha dichiarato:

“Il calcio non può rinunciare ai valori, vendere la passione dei tifosi e se stesso, in cambio di soldi. Se lo fa minaccia la sua stessa identità di sport per trasformarsi in strumento di un processo di cancellazione della realtà. Una realtà che, in Arabia Saudita, è violazione dei diritti umani, violenza e totalitarismo”.

Il premio Sport e diritti umani è stato istituito nel 2019 da Amnesty International e da Sport for Society. È assegnato ogni anno a un/una atleta, società od organizzazione sportiva che, attraverso atti o gesti simbolici o concreti di grande rilevanza e significato, abbia preso posizione in favore dei diritti umani.

“La situazione dei diritti umani in Arabia Saudita è estremamente negativa. Negli ultimi otto anni, da quando il principe della Corona bin Salman è diventato l’uomo forte del regno, ci sono state oltre 1250 impiccagioni; tutti i difensori dei diritti umani sono in carcere e vengono emesse regolarmente condanne a decenni di carcere anche solo per aver scritto un post su una piattaforma social”, ha ricordato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.

“Siamo al trionfo dello sportwashing. Dopo aver preso calciatori e allenatori come un collezionista di figurine, il regno saudita esibisce quattro squadre italiane. Il calcio italiano tace sui diritti umani e incassa”, ha commentato Luca Musumeci, presidente di Sport for Society.

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