Epatite B: un italiano su due non sa di averla!

Un italiano sue due ha l’epatite B e non lo sa. In Italia ne soffrono più di 700 mila persone. L’epatite B è una delle malattie più diffuse al mondo: colpisce il fegato e quando cronicizza può causare danni anche molto gravi. Per promuovere la prevenzione di questa patologia è nata l’iniziativa “Epatite B: usa la testa, fai il test“. Fino al prossimo 15 giugno infatti i cittadini italiani avranno la possibilità di effettuare gratuitamente il test per diagnosticare l’epatite B. Questa campagna è nata grazie all’impegno di quattro società scientifiche – SIGE (Società Italiana di Gastroenterologia), SIMG (Società Italiana di Medicina Generale), AISF (Associazione Italiana per lo Studio del Fegato), SIMIT (Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali) – supportate anche da Bristol-Myers Squibb. Le città coinvolte sono: Milano, Brescia, Bergamo, Padova, Torino, Reggio Emilia, Pisa, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Foggia, Cagliari, Messina e Palermo. Gli obiettivi di questa campagna sono due. Il primo punta a incrementare la conoscenza dell’epatite B e dei fattori di rischio legati al contagio. Questo porta direttamente al secondo scopo: incentivare l’esecuzione del test tra le categorie a rischio, coinvolgendo anche la popolazione di immigrati provenienti da paesi in cui esiste ancora l’obbligo del vaccino. Ma com’è possibile che l’epatite B passi inosservata? Quando si produce la diagnosi di HBV l’infezione è già cronicizzata. In questo caso la malattia è già avanzata e si sono già determinati dei danni all’organismo. La gran parte dei soggetti che ha contratto l’epatite B non manifesta alcun sintomo, ma sono perfettamente in grado di trasmettere la malattia. Tra i 700 mila italiani affetti dal virus HBV solo la metà è consapevole di averlo contratto. Il virus dell’epatite B è 100 volte più contagioso dell’HIV ed è in grado di sopravvivere fuori dall’organismo, rimanendo infettivo, per almeno 7 giorni. L’HBV viene trasmesso principalmente attraverso rapporti sessuali non protetti o scambio di siringhe. Tuttavia anche in situazioni meno rischiose di queste si può contrarre il virus: usare rasoi o spazzolini da denti non propri, oltre che strumenti non sterilizzati per piercing o tatuaggi può portare al contagio. L’80% dei casi di infezione da epatite B si risolve spontaneamente, mentre il 20% si cronicizza, con il rischio di acutizzarsi e portare alla morte l’organismo ospite per epatocarcinoma o cirrosi. “Si stima che i portatori del virus di origine non italiana siano circa 300 mila. Si tratta per lo più di emigrati dalle zone dell’Europa orientale, Cina e Africa sub-sahariana: qui il virus è definito “selvaggio” e il genotipo alla base è di tipo D, molto difficile da analizzare. In Italia l’epatite B è meno violenta grazie al miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie, allo sviluppo di cure e terapie che inibiscono la moltiplicazione del virus. L’Italia oggi ha una prevalenza di portatori del virus inferiori al 2%, concentrata nelle fasce d’età over 30-40. L’iniziativa “Epatite B: usa la testa, fai il test” mira a raggiungere anche i cittadini stranieri residenti in Italia, grazie ai testi della campagna tradotti in inglese, rumeno, albanese, ucraino e polacco. La presenza del virus dell’epatite B viene accertata attraverso un semplice esame del sangue, che può essere eseguito a digiuno o anche a stomaco pieno, e che serve a ricercare il “marcatore” dell’infezione, l’HBsAg (Hepatitis B surface Antigen): si tratta dell’antigene di superficie dell’epatite B, anche conosciuto come antigene Australia.

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