Donazioni sangue e legge 104: permessi da programmare mensilmente!

La cronica carenza di sangue in Italia non è solo una questione di sensibilità e di civiltà, ma soprattutto una scelta politica. Non c’è nessun incentivo per i donatori di sangue, nessuna campagna di sensibilizzazione, ma è demandato tutto al senso civico e di grande responsabilità dei cittadini. E quando il governo interviene su certe problematiche non perde occasione per stringere i freni e scoraggiare anche quei pochi donatori rimasti ancora ‘attivi’! Così la direttiva Madia, che prevede “un’integrazione della disciplina contrattuale in materia di permessi” che derivano dalla legge 104 del 1992 sulla disabilità e di quelli per la donazione del sangue. Nella bozza dell’atto di indirizzo si dà mandato all’Aran per stabilire
“un congruo preavviso” per le richieste, anche attraverso, se possibile, “una programmazione mensile”. L’obiettivo è fare ordine e impedire gli abusi, in modo da “contemperare il legittimo diritto” dei dipendenti con “le esigenze di funzionalità degli uffici”. Orbene, si possono programmare le ferie, quando andare dal barbiere o dall’estetista, si può programmare la pulizia dei denti, la revisione dell’auto… ma come si fa a programmare la 104 per la propria persona o per chi si ha in cura? Ma la legge, spesso fatta da chi ignora le problematiche reali della gente, non ammette ignoranza, quindi premuratevi di chiedere alla persona che accudite quando avrà intenzione di avere una crisi di qualsiasi natura patologica, per comunicarlo in tempo debito alla ministra! Assurdo ‘programmare mensilmente’ le necessità quotidiane di un portatore di 104, come pure le richieste di sangue e lo stato di salute di un donatore. Molto spesso i donatori vengono chiamati a donare per casi urgenti – vedi il terremoto di Amatrice – e di conseguenza non ‘programmabili mensilmente’ come vorrebbe la ministra. Buon senso consiglierebbe al governo ben altri provvedimenti per efficientare la Pubblica Amministrazione!

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