Dal 1° luglio 2023 stipendi più alti grazie al taglio del cuneo fiscale.

Non sarà certo un aumento tale da far tirare un sospirone di sollievo a tutte quelle famiglie che tirano avanti la carretta tra mille difficoltà, ma qualcosina inizia a muoversi per coloro che campano di solo stipendio fisso.

E così dal prossimo mese di luglio le buste paga saranno un pò più pesanti, grazie alla riduzione del cuneo fiscale, anche se non sarà mai abbastanza per coprire il mancato adeguamento degli stipendi al reale costo della vita.

Fino al 31 dicembre 2023, per il 2024 poi si vedrà, gli stipendi dei dipendenti con redditi medi e bassi saliranno un pò meno magri, grazie all’incremento di 4 punti percentuali del taglio del cuneo fiscale, come previsto dal Decreto Lavoro approvato di recente dal governo Meloni.

La misura, quindi, è temporanea.

Il taglio del cuneo interesserà solo le buste paga dei lavoratori che guadagnano fino a 35mila euro, per loro il taglio al cuneo fiscale sale dal 2 al 6 per cento, dal 1° luglio fino al 31 dicembre 2023.

Si passa dal 3 al 7 per cento, se il reddito imponibile non eccede l’importo di 1.923 euro mensili, ossia se non supera i 25mila euro. Nello stesso decreto Lavoro, si prevede anche l’aumento della soglia dei fringe benefit a 3mila euro per il 2023, esclusivamente però per i lavoratori dipendenti con figli a carico.

Nello specifico, per gli stipendi fino a 25mila euro, il taglio al cune sale a 7 punti percentuali, con un aumento in busta paga che, secondo le stime, si aggirerebbe tra 60 e 70 euro al mese.

Per le retribuzioni da 25mila e fino a 35mila euro, la riduzione sale a 6 punti percentuali, con un aumento in busta paga di circa 90-100 euro mensili.

Gli aumenti sono diversi in base all’importo dello stipendio. Per avere un’idea più precisa di quanti soldi in più si troveranno in busta paga a fine mese bisognerà prendere l’importo del valore lordo dell’ultimo stipendio, che si può trovare in busta paga, a cui poi basterà applicare il 4%. Si otterrà così il nuovo importo comprensivo della maggiorazione ottenuta dal taglio del cuneo fiscale.

Facciamo un esempio.

Prendendo come riferimento lo stipendio di un impiegato che guadagna 2.000 euro lordi: avrà un risparmio di 80 euro mensili. Mentre chi guadagna 1.000 euro potrà contare su un risparmio di 40 euro al mese. Stiamo però parlando di importi lordi, su cui occorre calcolare l’Irpef. Senza finire in calcoli complessi, per semplificare basta togliere dalla quota di contributo risparmiata circa il 20-25%. Su 80 euro lordi, ci si ritroverà in busta un aumento netto di 60 euro.

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6 Responses

  1. EureKa ha detto:

    Ancora troppo poco per campare dignitosamente, è aumentato tutto e non è con qualche spicciolo in più che si risolve il problema del calo stipendi!

  2. gianni ve ha detto:

    La domanda sorge spontanea: erano meglio gli 80 euro di Renzi?

  3. Piero RM ha detto:

    a noi le briciole a loro… antipasto, prosecco, tre primi, tre secondi, tre contorni, sorbetto, formaggi, frutta, dolce, caffè e ammazzacaffè… ammazzave quanto magnate!!!!

  4. Lo Zingaro ha detto:

    …le solite briciole che cadono in terra dalla tavola riccamente imbandita di lorsignori che invece si strafogano e s’ingozzano

  5. AnnaRita Z. ha detto:

    E’ ancora troppo poco e… chi si accontenta non gode!

  6. Attilio ha detto:

    Oltre a essere un aiuto piccolo ma sacrosanto farà aumentare il consenso.
    Questo viene dopo l’aumento dell’assegno unico del 50% alle famiglie con figli fino a tre anni

    Ha ridotto il controverso reddito di cittadinanza. Controverso perché i requisiti venivano controllati dopo che lo avevano dato, E si sono scoperti stranieri che non stavano più in Italia, mafiosi e altri cui non spettava.

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