Da cristiano dico no all’Islamofobia e seguo il modello Marocco.

di Marco Baratto. Le tensioni in medio oriente, stanno creando una serie di ricadute che non fanno bene alla società italiana. Per ragioni puramente politiche, si ripropone troppo spesso l’immagine di un islam che nei fatti non corrisponde alla realtà.

Questa islamofobia, dettata da ragioni politiche non permette un vero dialogo anzi, fa il gioco di coloro che usano (potremmo dire da tutte e due le parti) la religione come scudo per motivi che, proprio con la religione non hanno nulla a che fare.

Non partecipo, come cristiano e come occidentale, al gioco di stare da una parte o dall’altra. L’Islam è religione di pace, è la religione che predica la pace. La prova è che ovunque, in passato abbia governato esso è stato il germe dal quale sono nate, o meglio continua a germogliare la convivenza tra gli eredi di Abramo.

Come cristiani dobbiamo rigettare ogni forma di islamofobia. Come cristiani, non possiamo che vedere non dei nemici, ma dei fratelli e delle sorelle. L’Islam, contrariamente a quanto ci vogliono fare credere è parte della civiltà occidentale. L’occidente moderno si forma nell’Andalusia araba dove l’ebreo Maimonide, del ritorno in Europa delle scienze del mondo classico. El Anadulus è il modello del vero occidente. Di un Occidente che ha nella cultura greca, romana, ebraica, mussulmana le sue origini .

Se invece di dividerci imparassimo dal Marocco la strada millenaria della convivenza tra i credenti forse le tante troppe divisioni potrebbero essere superate. L’occidente ha bisogno di guardare al Marocco come nazione fieramente araba e musulmana. Dove questi due termini significano non un uso “politico” ma l’essenza dei termini. Ovvero dimostrare che i credenti nel Libro possono vivere gli uni accanto agli altri. Dove sinagoghe, chiese e moschee innalzano, in modi diversi l’unica voce verso il Misericordioso.

Si, in questo mondo in guerra, dove la religione è un pretesto dovremmo seguire il Marocco dove la religione è essenza di vita, è convivenza e non divisione.

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