La Cassazione concede a Bossetti l’accesso ai reperti, anche al Dna.

di Attilio Runello. La Cassazione ha accolto la richiesta degli avvocati difensori di Bossetti concedendo l’accesso ai reperti, cioè gli indumenti che indossava la giovane Yara Gambirasio quando è stata ritrovata morta, indumenti su cui era stato trovato il DNA di Bossetti, prova che aveva inchiodato l’imputato, condannato poi all’ergastolo in tutti e tre i gradi di giudizio.
Bossetti si è sempre dichiarato innocente ed è sempre stato sostenuto dalla sua famiglia.
I tribunali non hanno mai accolto la richiesta della difesa di fare una seconda volta l’esame del DNA o quantomeno poterne prendere visione. La decisione era stata giustificata con la motivazione della esiguità delle tracce di DNA sui capi della vittima.
“Occorrerà aspettare il deposito delle motivazioni degli ermellini per capire quale passaggio motivazionale deve essere rivalutato dai giudici bergamaschi” – riporta Tgcom24.
Si trattava comunque di 54 campioni di DNA per i quali la Corte d’Assise di Bergamo aveva dichiarato inammissibili le istanze degli avvocati dell’imputato.
Dopo il deposito delle motivazioni, da parte della Cassazione, della sua decisione odierna – presa dopo una camera di consiglio svolta ieri – la Corte d’assise di Bergamo dovrà esaminare di nuovo l’istanza dei difensori.
Si trattò di una operazione unica nel
suo genere quella che portò all’individuazione di Ignoto 1, come veniva definito. Si era arrivato infatti al padre di Bossetti, ma a quanto risultò Bossetti era figlio illegittimo e cresciuto in un’altra famiglia, senza essere a conoscenza di chi fosse il suo vero padre. La madre non ammise mai di avere avuto rapporti al di fuori del matrimonio.
La ragazza di soli tredici anni era scomparsa e fu poi ritrovato il suo cadavere dopo diversi mesi di ricerche.
La vicenda ha occupato le prime pagine dei giornali per alcuni anni.

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