Beppe Grillo: Non sono più il leader del MoVimento5Stelle!

C’era da aspettarselo. Se non altro perchè lui, “il leader” del MoVimento5Stelle, lo aveva sempre detto che sarebbe arrivato il giorno in cui il suo MoVimento sarebbe cresciuto al punto tale da arrivare a governare il Paese e che proprio in quello stesso giorno lui si sarebbe fatto da parte. Infatti, se solo fino a qualche anno fa nessun politologo ne aveva colto la reale portata elettorale, oggi tutti accreditano il M5S come
possibile trionfatore alle prossime amministrative. Oggi il M5S è il secondo partito italiano alle spalle del Pd, con la differenza che mentre il Partito di Renzi cala, il M5S cresce. Insomma, Beppe Grillo ha raggiunto il suo personale traguardo e adesso, dopo l’istituzione del “direttorio” e la recente eliminazione del proprio nome dal simbolo, passa il testimone ai vari Di Maio, Di Battista, ecc, ecc. Insomma, quel giorno è arrivato: “Non sono più il leader del M5S, rivoglio la mia libertà. Non posso uscire dal Movimento, è come se un musicista jazz decidesse di uscire dal jazz. La mia è cominciata come una concezione del mondo: dall’economia, all’energia. Forse è la politica ormai che non viene più presa sul serio, mentre la satira quando è vera viene presa molto sul serio. Voglio riconquistarmi la libertà”. Lo dice Beppe Grillo in un’intervista al Foglio in cui sottolinea che non vuole “essere identificato come il leader del Movimento”, perché non lo è “più”. “Non ho mai voluto esserlo. Mi ci sono trovato, ma scherzavo. Ho fatto il comico e poi il politico, ma è stato frutto di una serie di casualità. Mi son trovato comico e poi i miei spettacoli hanno motivato un Movimento. Grazie anche a internet, poi, mi son trovato davanti un pubblico che finalmente capiva. Con lo spettacolo ho ritrovato il pubblico, non gli elettori, non i grillini. E io voglio il pubblico: quelli ai quali sto sulle palle, vederli crollare nell’arco delle due ore di spettacolo è una sensazione fantastica. Perché far ridere un grillino mi fa piacere, ma far ridere uno che non ti sopporta è la più grande soddisfazione per me. Il referendum presume un cittadino informato. Noi stiamo organizzando quello sull’euro, abbiamo portato in Parlamento una proposta per far scegliere alla gente se starne o fuori. Inoltre, uno dei nostri credo è il referendum, sì, ma senza il quorum. Così se non vai a votare, perdi il diritto di lamentarti”.
La trasformazione è in pieno atto. Il Movimento5Stelle potrà anche continuare a chiamarsi “Movimento”, dopodiché assomiglierà sempre di più ad un partito “normale”. Presidente, segretario, segreteria, organi collegiali, direttivi, congressi, statuto, ecc, ecc. Cambieranno anche le famose “regole interne”. Quelle di adesso vanno bene fino a quando i pentastellati – bisognerà anche smetterla di chiamarli grillini – resteranno all’oppposizione. Ma nel momento in cui il M5S diventerà forza di governo non potrà più permettersi né di limitare la scelta del candidato solo a chi è già iscritto ad una precisa data, né di restringere troppo la platea dei potenziali candidati. Per esempio diventerà impossibile vietare la candidatura a sindaco di Roma a chi è già stato eletto come deputato a Montecitorio, così come sarà impossibile vietare di candidare chi ha già militato, anche solo da tesserato, in altri partiti. Saranno inoltre sdoganate le alleanze. L’esperienza che alcuni amministratori pentastellati stanno facendo a livello locale, dimostra che nessuna città, regione o paese si governa da soli. Si può vincere da soli, ma poi servono le cosiddette “larghe intese” non solo per farsi votare le delibere ma anche per mettere d’accordo realtà diverse. La rendicontazione degli scontrini, che già molti deputati e senatori tralasciano di fare, diventerà un lontanissimo ricordo. Si faranno i congressi per scegliere il proprio leader che durerà per un periodo prestabilito e poi sarà sostituito da un altro al termine di un’infuocata lotta tra correnti interne. Alla fine anche il monolitico M5S si scinderà, come sta succedendo alla Destra e alla Sinistra. A quel punto la sua trasformazione in un partito “normale” sarà pienamente compiuta, con buona pace del suo leader fondatore che si troverà all’ennesimo bivio: restare sul palcoscenico del teatro per dare vita ad un show in cui la gente si sganascia dalle risate, oppure… rifondare un altro movimento, magari il MoVimento5Stelle-Superior? 

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