Statali accorpati in 4 comparti: cambia la forma non la sostanza!

È stato firmato tra Aran e sindacati l’accordo che riduce i comparti del pubblico impiego a quattro. Il punto centrale dell’accordo è l’aggregazione dei comparti che da undici, considerando quelli effettivi, vengono portati a quattro: Funzioni centrali, Funzioni locali, Sanità Conoscenza (istruzione e ricerca). Le operazioni di accorpamento hanno riguardato il primo settore
(ministeri, agenzie fiscali, enti pubblici non economici) e l’ultimo (scuola, ricerca, università e Afam). La presidenza del Consiglio, la presidenza della Repubblica, la Camera, il Senato, insomma tutti quei posti di lavoro pubblico dove si guadagna tanto, ma tanto di più, rimangono a parte! Pretendere di accorpare e quindi equiparare i lavoratori dei cosiddetti “stipendi d’oro” a tutti gli altri dipendenti pubblici, sarebbe stato questo sì un reale “cambio di verso”. Ma purtroppo questo governo, che a chiacchiere dice di voler cambiare il Paese, nei fatti rimescola le carte per lasciare tutto così com’è, soprattutto per quanto riguarda “la riforma del pubblico impiego” continuando a discriminare gli impiegati Statali in lavoratori di serie A e di serie B. Comunque, la sottoscrizione dell’intesa, secondo il governo, era il tassello che mancava prima di poter riaprire il tavolo per il rinnovo dei contratti, come più volte rimarcato anche dal ministro della Pubblica Amministrazione. E quindi adesso non ci sono più scuse per mettere mano alla busta paga degli Statali. La legge di Stabilità per il 2016 destinava al rinnovo dei contratti 300 milioni, pari a meno di 10 euro lordi a lavoratore: una cifra così bassa da non poter essere nemmeno presa in considerazione, tant’è che ora i sindacati concentrano le loro attenzioni sul nuovo Def e sulla prossima finanziaria. Ricordiamo che i contratti nel pubblico impiego sono bloccati da quasi sette anni, uno stop non più legittimo secondo la Corte Costituzionale che a riguardo si è pronunciata con una sentenza nel luglio del 2015.

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