Auschwitz. Il simbolo della Shoah.

di Francesca Marra. Tutti gli anni, in occasione della Giornata della Memoria, i giornali ricordano la ricorrenza con articoli di vario tipo: alcuni danno informazioni generali sui fatti accaduti, mentre altri si occupano di episodi o di personaggi particolari e storici.
Anche dal punto di vista delle modalità comunicative ci sono differenze: si distinguono i testi “freddi” che presentano oggettivamente l’argomento e quelli “caldi”, che invece mirano a coinvolgere emotivamente i lettori. Tutti questi testi evidenziano sentimenti di orrore e pietà, incredulità e crudeltà compiute.
Il 27 gennaio 1945 vennero aperti i cancelli del lager di Auschwitz rivelando al mondo i crimini compiuti dai nazisti contro il popolo ebraico. Nel famigerato campo nazista in meno di cinque anni morì oltre un milione di persone.

Auschwitz fu scelta dal Terzo Reich come la località più adatta per ragioni logistiche. La zona aveva una rete ferroviaria ben sviluppata e collegata con altri Paesi. Così si decise di sfruttare la struttura di una vecchia caserma in un quartiere della città per aprire il primo campo di concentramento e risolvere “il problema dell’affollamento” delle prigioni in Slesia.

Dall’Italia il primo trasporto di ebrei per Auschwitz avvenne il 23 ottobre del 1943: complessivamente nel lager simbolo della Shoah persero la vita circa 8 mila italiani.

La liberazione del campo avvenne ad opere delle unità dell’ Armata Rossa guidate dal maresciallo Ivan Konev che, dopo aver sfondato sul fronte ucraino, marciavano vittoriose verso Berlino.

Nel novembre 2005 l’Assemblea generale dell’ONU h scelto la ricorrenza della liberazione del campo dell’orrore per istituire una Giornata mondiale di commemorazione di tutte le vittime dell’Olocausto.

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