All’indomani del taglio del cuneo fiscale, l’inflazione riprende a crescere!

Il taglio del cuneo fiscale operato dal governo con grande enfasi, porterà nelle tasche dei lavoratori italiani solo pochi spiccioli che non serviranno neppure a compensare l’aumento del pane e del latte!

E non c’è bisogno di statistiche o di premi Nobel dell’economia per capire che gli stipendi dei lavoratori italiani sono troppo bassi rispetto al costo reale della vita che aumenta da un giorno all’altro: basta entrare in un supermercato per rendersene conto!

Ma comunque, a rilevarlo è anche l’Istat. Secondo l’Istituto di statistica, infatti, torna a crescere l’inflazione: l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, ad aprile sulla base delle stime preliminari registra un aumento dello 0,5% su base mensile e dell’8,3% su base annua, da +7,6% del mese precedente.

L’accelerazione del tasso di inflazione si deve, in prima battuta, all’aumento su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (da +18,9% a +26,7%). L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, resta stabile a +6,3%, così come quella al netto dei soli beni energetici (a +6,4%).

E come si conviene alle temperature climatiche c’è quella reale e quella percepita, ed in fatto di retribuzioni l’inflazione percepita dai lavoratori è dieci volte più alta di quella stimata dall’Istat e compagnia cantando!

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