Decreto solo per 65.000 esodati, per gli altri si vedrà!

Il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, che ascolta sempre tutti ma che poi tira dritto per la sua strada fregandosene delle ragioni di chi ha ricevuto in udienza, presenta alle organizzazioni sindacali il decreto sui 65 mila lavoratori “esodati” che saranno salvaguardati rispetto alle nuove regole per accedere alla pensione, rinviando la discussione sul resto della platea di coloro che hanno fatto accordi entro il 2011 per l’uscita dal lavoro verso la pensione e che rischiano, a causa delle nuove regole, di restare nei prossimi anni senza impiego e senza assegno. Questa strada per i sindacati confederali non è assolutamente percorribile e deve essere cambiata, perché crea disparità, mentre va trovata una soluzione per tutti. Il ministro, al tavolo con i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, ha confermato l’intenzione di salvaguardare solo quelle persone che hanno lasciato il lavoro entro il 4 dicembre 2011 e che matureranno i vecchi requisiti per il pensionamento entro il 2013. Il vincolo delle risorse, evidenzia il ministro, “non può essere messo in discussione”. Per quelli che sono fuori dai 65 mila, “si vedrà. Mi prendo – afferma – tutta l’impopolarità di un provvedimento impopolare”. Il decreto interministeriale (é coinvolto anche il ministero dell’Economia) dovrebbe essere emanato entro maggio. Ma a breve, già la prossima settimana, ci saranno altri incontri tecnici per trovare una soluzione per i lavoratori che rischiano di rimanere senza lavoro e senza pensione. I sindacati spingono perché il governo trovi le risorse per salvaguardare tutti coloro che hanno fatto accordi confidando nella possibilità di andare in pensione con le regole vigenti al momento dell’intesa, ossia prima che con la riforma delle pensioni l’età venisse innalzata. Inatnto è in arrivo una sorta di “salario base” per i co.co.pro e il rafforzamento dell’indennità di disoccupazione per i collaboratori. Queste sono le principali novità presenti nel ddl del lavoro presentato in commissione al Senato dai relatori Tiziano Treu (Pd) e Maurizio Castro (Pdl). I 16 emendamenti prevedono inoltre modifiche sulla flessibilità in entrata e restrizioni per identificare le false partite iva. Per i co.co.co sarà previsto il concetto di giusta retribuzione calcolato sulla media tra le tariffe del lavoro autonomo e dei contratti collettivi di lavoro. Inoltre, le partite iva verranno considerate vere se sono al di sopra dei 18 mila euro, in tal caso non saranno valide per far scattare l’assunzione.

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