Al Brennero l’Austria avvia i lavori per una barriera anti-migranti.

Migliaia di esseri umani in fuga da guerre, fame e carestia si riversano ogni giorno sul Vecchio continente confidando in una vita migliore che purtroppo noi occidentali – civilizzati, democratizzati e digitalizzati – non siamo più in grado di assicurare a noi stessi, figuriamoci a loro! E i potenti della Terra cosa fanno? C’è chi usa il pugno di ferro e vorrebbe risolvere il problema con un intervento militare e chi sventola
ramoscelli di ulivo pensando di poter accogliere e mantenere tutta l’Africa intera con ‘un pater noster’ e ‘un gloria al padre’. C’è chi usa il filo spinato ed erige muri per respingere la valanga umana di profughi, chi vuole affondare i barconi, chi propone quote obbligatorie, chi vuole accoglierli tutti indistintamente e chi invece apre e chiude le frontiere come meglio gli conviene. Come sempre la verità sta nel mezzo, ma sulla soluzione del problema c’è un colpevole ritardo storico. I tempi delle decisioni devono essere compatibili con quelli dei fenomeni. Non si può fermare una valanga a valle, quando ormai è venuta giù travolgendo ogni cosa. Bisognava costruire “le difese” a monte, quando la valanga cominciava a formarsi e sarebbe stato sufficiente un calcio per dissolverla. Andare a fare la guerra in quei luoghi serve solo ad alimentare ulteriori tensioni. Invece, dopo anni di speculazioni e di sfruttamento, è necessario promuovere lo sviluppo economico, sociale e civile di quei popoli: un piano economico di crescita e sviluppo e il trasferimento di un assetto istituzionale civile e democratico garante dei diritti delle persone. Una scelta strategico-politica che serve ovviamente ai paesi africani ma anche a noi per costruire la pace. Temporeggiare, sfruttare, bombardare per sostituire il dittatore di turno con uno più conveniente ai nostri interessi, come fatto sino ad ora, significa continuare ad essere invasi via terra e via mare e con tutti i mezzi possibili, da 50 milioni di profughi in fuga da conflitti, fame e miseria. Essere “buoni o cattivi” appare di poco conto, se non per raccogliere qualche voto ognuno in casa propria, quel che serve è una forte risposta politica e strategica, in primo luogo da parte dell’Europa. Occorre investire nell’Africa, stipulare precisi accordi internazionali, altrimenti vincono le mafie che gestiscono gli squallidi mercati di uomini e merci. Avere alle porte di casa nostra la sponda Sud del Mediterraneo significa dover fare i conti con 500 milioni di persone che nei prossimi anni rischiano di diventare un miliardo e che li dove stanno, stanno male e non ci vogliono rimanere perchè il loro miraggio è arrivare propri qui, da noi!

You may also like...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *