“Vogliamo Vivere”, il partito fondato da Emilo Fede!

Emilio Fede si butta… in politica con un suo partito o, come dice lui, “un movimento di opinione”. Si chiamerà “Vogliamo Vivere“. In molti gli avrebbero consigliato come estensione al nome del movimento Vogliamo Vivere… “anche noi come te!”, ma quelli sono ‘comunisti’, e il buon Emilio da quell’orecchio proprio non ci sente! Per contro, Fede dice di aver sentito l’urgente bisogno di creare questo movimento, da lui medesimo finanziato, e giura “senza che Silvio ne sappia nulla”, perché definisce “uno spartito stonato” il Pdl di cui peraltro la moglie è rappresentante in Senato. Afferma di guardare soprattutto alle elettrici, che molti lo hanno esortato a fare qualcosa, che il suo movimento sarà una lista in sostegno al centrodestra. A luglio ha depositato il marchio a Como, per non dare troppo nell’occhio. L’idea è maturata a inizio estate, la lunga estate di Emilio infuocata ancor più che da Nerone e Lucifero, dalle inchieste che lo riguardano, il Rubygate e un’indagine sul presunto versamento di due milioni e mezzo in contanti in Svizzera, dalle quali garantisce che uscirà a “testa alta”. Ad agosto l’ex direttore del Tg4, per anni evangelista del verbo di Berlusconi, poi messo bruscamente in pensione da Mediaset, si è mosso tra Anacapri (nella villa della moglie), Perugia, Milano, Varigotti e Forte dei Marmi. E una traccia misteriosa era apparsa su Twitter a ridosso di Ferragosto: “Vogliamo Vivere” Leggerete sempre più spesso questo slogan”. Fede quindi esce allo scoperto: “Fondo un movimento di opinione perché ho ascoltato tanta gente che mi incoraggia. Il Pdl rischia di diventare uno spartito stonato. Mi muovo da solo, e ci metto soldi miei. Berlusconi non ne sa niente. “Vogliamo Vivere” riassume il malessere di tanti, sotto il cosiddetto governo tecnico. Il centrodestra non può finire in mano alla Santanchè. E di là chi c’è? Beppe Grillo. Io non sono un politico, io ho una storia, sessant’anni di giornalismo, la Rai, l’Africa, le guerre seguite al Tg4. Questa storia due anni fa è stata inquinata, ma non mi faccio intimidire“.

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