Teniamoci Miss Italia e liberiamo la tv dai politici!

La politica discute di oranghi, di processi senza fine che quando arrivano a sentenza aspettano un’altra sentenza e un’altra sentenza ancora, di Miss Italia e di altre questioni del… kazako, mentre nel quotidiano il costo della benzina arriva alle stelle, il debito pubblico e la disoccupazione battono ogni record negativo e le pensioni sono ferme alla notte più buia dei nostri tempi. Ma “loro”, nel bel mezzo di un paese ridotto in macerie, discettano di Miss Italia. E addirittura la Presidente della Camera dei deputati ne fa una questione di stato, felicitandosi per la mancata trasmissione da parte della Rai delle serate finali di Miss Italia. Del resto, da quando siede sullo scranno più alto di Montecitorio, la Boldrini ha sempre puntato sulle dichiarazioni ad effetto. Dall’annuncio della drastica riduzione del proprio stipendio alla promessa di rivedere la remunerazione dei dipendenti della Camera. Peccato che a volte alle parole non siano seguiti i fatti. Solo per fare un esempio, dal famigerato taglio del 30% dello stipendio, alla fine si è passati a un taglio reale del 7% circa, senza considerare che le buste paga rimangono segrete, alla faccia della trasparenza. Stessa situazione, se non peggiore, in merito al taglio degli stipendi dei dipendenti della Camera. Al momento è ancora tutto fermo e l’unica proposta in merito prospetterebbe, ma non si sa bene né come nè quando, tagli complessivi del 3% e pensione anticipata.
Ma la questione all’ordine del giorno resta quella di Miss Italia! La Presidente della Camera ha definito “una scelta moderna e civile” quella della Rai di rinunciare a mandare in onda il concorso di bellezza più “bello” d’Italia. Ma evidentemente per la Boldrini, alla quale interessano altri scettri e corone, e ben altre fasce, il mondo deve essere fatto di sole donne che parlano – vestite di tutto punto – d’immigrazione, di coppie di fatto, di diritti gay e che magari vanno in televisione a dire che le case popolari vanno assegnate prima ai rom e agli extracomunitari con figli a carico piuttosto che alle famiglie italiane. Invece, “solo il 2% in tv esprime pareri, parla. Il resto è muto, a volte svestito, le ragazze italiane debbono poter andare in tv senza sfilare con un numero. Hanno altri talenti”. Da qui, la sua speranza: “Mi auguro che faccia da calamita a tutte le altre tv e network”. Anche la pubblicità deve essere trasformata culturalmente “per rappresentare la donna non più in base al solito stereotipo madre o prostituta” perché “in giro per l’Europa non è abituale usare donne seminude per vendere yogurt, televisori, valigie così come all’estero sarebbe difficile vedere in onda uno spot in cui papà e bambini stanno seduti a tavola, mentre la mamma in piedi serve tutti. Da noi è normale che la donna debba servire”. Questo è quello che risulta alla Presidente della Camera.
Per quel che riguarda la realtà quotidiana delle famiglie italiane risulta, invece, di amici, parenti e conoscenti rigorosamente maschiche lavano piatti, cambiano pannolini e stendono lavatrici. Ma comunque, ve lo immaginate un mondo senza più una minigonna che lascia intravedere l’autoreggente, o un bel decolté florido e prosperoso? Che tristezza!!!
Da questa vicenda ognuno può trarne le conclusioni che meglio crede anche se, questo va detto, dopo averci lasciato tutti in mutande, appare un bigotto controsenso che adesso lorsignori vogliano imporci il burqa e trasformare la televisione italiana in tv-talebana!
In tutto il mondo civile ed evoluto si valorizza la bellezza nazionale in tutte le sue espressioni. Ruolo che la kermesse di Miss Italia ha sempre perseguito con etica, correttezza e professionalità, esportando in tutto il mondo la moda made in Italy, senza volgarità, ridonando dignità alla bellezza femminile, tentando di ripulire il mondo dello spettacolo e del vivere quotidiano dalle perverse speculazioni sessiste e dalla mercificazione imperante celata o dichiarata del corpo femminile. Non altrettanto può dirsi della politica che va in onda su tutte le reti e ad ogni ora del giorno – anche in “fascia protetta” – offrendo, senza distinzione di sesso, il vacuo e osceno spettacolo del nulla! Ci sono fatti molto più vergognosi di cui scandalizzarsi. Potremmo fare una lista senza fine di cose su cui il presidente della Camera dovrebbe intervenire, a partire da certe dichiarazioni dei politici. I tg sono pieni di cose vergognose fatte e dette dai politici. Ora, prendersela così con Miss Italia sembra esagerato e fuori luogo: non ha mai fatto male a nessuno, anzi ha portato fortuna a tante ragazze, belle, intelligenti e parlanti, che grazie al concorso hanno trovato lavoro.Ma forse la terza carica dello Stato, presa com’è dai suoi impegni – tanto che ha presieduto appena il 28% delle sedute d’Aula, in pratica, una su quattro – ignora il lavoro che c’è dietro la manifestazione di Miss Italia e le opportunità occupazionali che crea. Solo in questi giorni centinaia di Comuni italiani, associazioni e gruppi della nostra società civile stanno lavorando sodo per organizzare i tradizionali, dignitosissimi spettacoli di Miss Italia che ogni sera animano le piazze italiane coinvolgendo centinaia di migliaia di persone. Le protagoniste sono cinquemila ragazze che liberamente si sono iscritte e che partecipano al concorso – né nude né mute – per conquistare quella visibilità che nessun altro evento mette loro a disposizione in maniera così seria, pulita e trasparente, così come è successo per le numerose ragazze che oggi lavorano in Rai, nella moda e nella pubblicità.
C’è chi nella vita nasce con l’obiettivo di indossare la fascia di sindaco della propria città e chi invece aspira a quella di Miss Italia. Anche queste sono diversità. E andrebbero rispettate.

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