Un Paese tragicamente fermo su un binario morto.

Due treni, un solo binario, un impatto tragico, lamiere che si confondono con i corpi delle vittime, decine di morti e feriti. Questa è l’Italia. Un Paese che cade a pezzi, ma che ci vogliono far credere un Paese ad “alta velocità” dove tutto va bene, dove tutto funziona alla perfezione, dove si ha la presunzione di aver ‘cambiato verso’ allo sfascio italiano con qualche riformetta, dove dilaga a reti unificate la campagna di governo dell’ottimismo a tutti i costi e dove persino il tonfo della Nazionale di calcio viene spacciato per un trionfo. Ma oggi è giorno di lutto e siamo qui a piangere le vittime di una tragedia che non è una dolorosa fatalità, ma il nefasto risultato di una pessima gestione della cosa pubblica che al Sud riesce sempre a dare il peggio di se stessa! Oggi è il giorno in cui emerge la triste realtà di un Paese allo sfascio: ospedali, scuole, caserme e tribunali che cadono a pezzi, infrastrutture e servizi carenti e non da ultimo un sistema ferroviario arretrato e un rimpallo burocratico che ha fatto scadere quei 180 milioni di euro stanziati dall’Europa proprio per raddoppiare quel binario unico della tratta “Andria – Corato”, che non ha ancora visto l’ombra di un cantiere. Su questo c’era stata anche un’interrogazione del M5S nel 2013 a cui non è stata data ancora risposta. Ma la cosa più drammatica è che quel tragico tratto ferroviario, oltre ad essere a binario unico, non ha nessun sistema automatico di controllo! Sulla tratta dell’incidente viene ancora usato il “blocco telefonico”, cioè la comunicazione telefonica del via libera sul binario unico. Due elementi micidiali: un unico binario e un sistema di controllo inesistente. I sensori, presenti in quasi tutta la rete ferroviaria nazionale, anche in tratti a binario unico, rilevano ostacoli sulla linea, e funzionano a blocchi: a mano a mano che il treno avanza si bloccano gli altri treni, come con una distanza di sicurezza. Se per caso un treno sfora, viene mandato il blocco automatico, che può essere il classico semaforo o l’interruzione della linea elettrica sul treno, che quindi si ferma. Tutto questo, in quel tratto non c’è. E tant’altro non c’è in questa povera Italia, che qualcuno vuol far passare a tutti i costi per un Paese ‘normale’ e dove tutto va bene!
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NON È STATO UN INCIDENTE. di MoVimento 5 Stelle Parlamento. Con la tecnologia e le risorse che ci sono oggi a disposizione è inaccettabile catalogare la tragedia pugliese come un incidente. Se nel 2016 ci sono ancora tratti ferroviari a binario unico è perchè è stato deciso di non investire lì. Se anzichè spendere miliardi euro per bucare la Val di Susa per l’opera inutile della TAV si fossero usati quei soldi per sistemare questa e altre tratte a binario unico oggi non saremmo a piangere 27 morti. Nella legge di stabilità 2015 il governo di Renzi e Delrio, ministro dei trasporti, ha assegnato 4 miliardi e mezzo per il miglioramento della rete ferroviaria del centro nord e 60 milioni per quella del sud ovvero l’1,3% del totale stanziato. Troppe rocce? Per il binario unico dove i treni si sono scontrati era pronto un progetto di raddoppio dal 2007. Il problema non è la velocità, ma la sicurezza. Sulla tratta di Andria mancano i sistemi automatici che azzerano il rischio: non ci sono i sensori, presenti sulla stragrande maggioranza della rete ferroviaria italiana, che, a man a mano che il treno avanza, comunicano eventuali ostacoli e, nel caso, attivano automaticamente procedure di rallentamento o di stop. C’erano 180 milioni di fondi europei, scaduti nella prima tranche il 31 dicembre 2015, come denunciato in questo video realizzato dagli attivisti M5S di Andria alla fine dello scorso anno. Il Grande progetto di adeguamento ferroviario dell’area metropolitana del Nord barese includeva fra gli interventi anche il raddoppio di quel binario. Ma si è perso tempo con gli espropri, con le autorizzazioni, con l’impiego delle risorse. Il progetto non è mai partito, il binario è rimasto unico. Questo avrebbe ridotto una parte del rischio. Almeno altri tre anni sono andati persi nei percorsi della burocrazia: si arriva al 16 giugno scorso, quando la Ferrotramviaria ha comunicato una proroga (al 19 luglio 2016) per la scadenza della presentazione delle domande di partecipazione alla gara, inizialmente prevista per il 1 luglio. Il portavoce del MoVimento 5 Stelle di Andria alla Camera Giuseppe D’Ambrosio aveva presentato un’interrogazione sulla situazione dei fondi e della cantierizzazione fin dal Giugno 2013, ben 3 anni faMa prima Lupi, e poi Delrio non hanno mai risposto. Non è stato un incidente. Ai familiari delle vittime il nostro più profondo cordoglio.

SCANDALOSO. di Commissione trasporti MoVimento 5 Stelle Camera. Nel decreto Enti locali in discussione in commissione Bilancio della Camera, è previsto il taglio di 75 milioni di euro per la sicurezza delle infrastrutture e del trasporto pubblico. E quindi per la sicurezza ferroviaria. Al di là delle parole di cordoglio e di dolore sono questi gli atti che testimoniano dove questo governo pensa di tagliare. È un taglio scandaloso, oggi, alla luce del lutto pugliese, lo è ancora di più. Questi soldi verranno ripartiti tra le aziende di trasporto pubblico virtuose, quindi saranno spesi per nuovi treni o più probabilmente per far fare maggiori utili a quelle aziende. ScandalosoNoi abbiamo presentato un emendamento, che è stato dichiarato inammissibile, affinchè questi soldi siano vincolati alla sicurezza ferroviaria. Non ci arrendiamo: lo ripresenteremo in Aula spiegando che vogliamo togliere i soldi dalle opere inutili, tipo la Tav di Firenze, che lo stesso Pd considera inspiegabile, per vincolarli alla sicurezza.

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