Si stava meglio quando si stava peggio?

di Mariolino Cossu. Condivido pienamente quanto riportato nell’articolo di freeskipperRedistribuzione ricchezza e lavoro, tassare la produttività, lavorare meno lavorare tutti”. Diciamocelo chiaramente. Qual’è l’ultima volta che abbiamo comprato un biglietto del treno allo sportello invece di farlo on-line? O un cd in un negozio di dischi? O che abbiamo messo piede in banca o in un’agenzia di viaggi? E avete visto come sono le moderne catene di montaggio o i caselli autostradali?
Sempre più automatizzati, con il personale ridotto al minimo essenziale. E con l’avanzare della tecnologia e della digitalizzazione, che con una “app” riesce a farci trovare un taxi, un ristorante e persino l’anima gemella, si ridurranno inevitabilmente i posti di lavoro. Pertanto se non s’interviene presto e bene sul mondo del lavoro redistribuendo ricchezza e occupazione, incentivando i mestieri e raccogliendo la sfida di apprendere le abilità necessarie a dialogare con le macchine e a dominarle, rischiamo il collasso. E allora, siccome ho scarsissima fiducia nella classe dirigente di questo povero mondo, al momento non mi resta che rimpiangere i vecchi tempi del ‘si stava meglio quando si stava peggio’, quando si lavorava tanto, ma almeno si campava tutti!

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