Un Paese che… non funziona.
A testimonianza che la fine della ‘prima repubblica’ di fatto non c’è mai stata – se non nei nomi di spicco dei vecchi leader di quei partiti che oggi non esistono più – sono rimaste le ruberie, le corruttele, gli scandali, gli inciuci di Palazzo, le tasse che aumentano, il debito pubblico che ogni giorno batte un record, gli stipendi e le pensioni che calano, i prezzi al consumo che salgono fuori da ogni controllo, e poi la disoccupazione, la fine del ceto medio, la sanità, la scuola, la giustizia e il welfare che tutti noi viviamo tragicamente nel quotidiano. E sulle macerie di un Paese distrutto, aleggiano come avvoltoi, sempre “loro”, squali affamati di soldi e di potere, lupi famelici senza scrupoli, sciacalli alla ricerca dell’ultimo osso ancora da spolpare, sempre tesi al raggiungimento dei propri interessi personali e di quelli degli amici degli amici, ma mai seriamente, onestamente e validamente impegnati sul fronte del bene comune, per il quale, vale la pena ricordarlo, furono eletti dai cittadini italiani e dai quali sono profumatamente pagati.
I nostri cari sindacalisti parlano bene ma razzolano male, anzi malissimo. Condivido appieno l'analisi del post: Dove stavano i sindacti…
I sindacati ci hanno svenduti e adesso ci ritroviamo con stipendi da fame e costretti a lavorare fino a 70…
Il sindacato è colpevole dell'abolizione dell'art. 18 e adesso raccogli le firme per abrogare il jobs act!? Stanno in confusione…
Così come gli italiani non vanno più a votare, così non si iscrivono più ai sindacati, dei quali non si…
Il sindacato, come la politica, non rappresenta più i lavoratori ma soltanto se stesso e i propri interessi