Nel 2100 Venezia sarà sommersa dal mare.

Venezia, un gioiello dell’umanità, potrebbe sparire inghiottita dal mare entro fine secolo a causa di una brusca accelerazione nell’innalzamento del Mediterraneo. Il livello del mare nel Nord Adriatico si innalzerà da 90 a 140 centimetri da oggi al 2100, a causa del riscaldamento globale, se non verranno ridotte le emissioni di gas serra. È quanto emerge da una ricerca sulle variazioni del livello del Mediterraneo coordinata dall’Enea.
Lo studio, pubblicato dalla rivista scientifica Quaternary International, è stato realizzato da ricercatori dell’Ingv e delle Università di Roma “La Sapienza”, Bari “Aldo Moro”, Lecce, Catania, Haifa (Israele), Parigi e Marsiglia (Francia). Secondo la ricerca, il Mediterraneo si è innalzato di appena 30 cm negli ultimi 1.000 anni, mentre entro il 2100 a causa del riscaldamento globale salirà da 60 a 95 centimetri (il doppio o il triplo), fino a un massimo di 140 cm nel Nord dell’Adriatico. “La ricerca ha preso in esame l’innalzamento del nostro mare in un arco temporale mai studiato prima – spiega Fabrizio Antonioli dell’Enea -. In mille anni, il Mediterraneo è aumentato da un minimo di 6 a un massimo di 33cm. Secondo l’Ipcc, l’istituto dell’Onu sul cambiamento climatico, l’innalzamento del mare a livello mondiale è stimato tra i 60 e i 95 cm entro il 2100. Si tratta di un’accelerazione dovuta principalmente al cambiamento climatico causato dall’aumento della CO2 in atmosfera, che negli ultimi quattro anni ha superato in modo stabile il valore di 400 ppm, un livello mai toccato sulla Terra negli ultimi 23 milioni di anni”. “In Italia – conclude Antonioli – sono 33 le aree a rischio a causa dell’aumento del livello del mare. Le aree più estese si trovano sulla costa settentrionale del mare Adriatico, tra Trieste e Ravenna. Altre aree particolarmente vulnerabili sono le pianure costiere della Versilia, di Fiumicino, le Piane Pontina e di Fondi, del Sele e del Volturno, l’area costiera di Catania e quelle di Cagliari e Oristano. Il massimo aumento del livello delle acque è atteso nel Nord Adriatico, tra 90 e 140 centimetri”. Insomma, il mare minaccia ogni giorno di mangiare le nostre coste, ma non si fa nulla per impedire l’erosione, tutt’altro. Sulle spiagge di Adriatico e Ionio si trova di tutto e di più, in media ci sono 658 oggetti ogni 100 metri. In 1 chilometro quadrato di mare lungo le coste galleggiano mediamente 332 oggetti. Sul fondo del mare la situazione non è migliore: si trovano in media 510 oggetti per km quadrato. Sono alcuni dei dati emersi dal rapporto “Valutazione dei rifiuti marini nei Mari Adriatico e Ionio”, redatto da istituti di ricerca di 7 paesi dell’area (Albania, Bosnia ed Erzegovina, Croazia, Italia, Grecia, Montenegro e Slovenia). Per l’Italia hanno partecipato Ispra e Arpa Emilia Romagna. Dal 33% al 39% dei rifiuti trovati in mare e sulle spiagge di Adriatico e Ionio proviene dalla cattiva gestione dei rifiuti sulle coste. Le attività economiche legate al mare (trasporti, pesca sportiva, acquacoltura) contribuiscono ai rifiuti dal 6,3% al 23%, a secondo che si consideri la terra o il mare. Il 7,8% dei rifiuti trovati in spiaggia è correlato al fumo (mozziconi, accendini), mentre il 2,6% degli oggetti trovati sul fondo del mare sono di origine sanitaria (preservativi, assorbenti igienici).

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