Statali in pensione un anno prima: ‘staffetta generazionale’ e ‘opzione donna’.

Dopo il decreto legge sulla depenalizzazione delle droghe leggere viene il sospetto che il governo l’abbia fatto apposta per sentirsi più libero di vendere fumo a più non posso agli italiani, per altro, già ‘fatti’ dalla crisi e dalle tasse! 
E allora, sarà solo campagna elettorale o saranno davvero dei provvedimenti concreti quelli che il governo spaccia in queste ore per svuotare gli uffici pubblici liberando circa 100.000 nuovi posti di lavoro a favore dei giovani disoccupati? 
Se così fosse, se non si trattasse di solo fumo, allora vorrebbe dire che il governo avrebbe pure l’arrosto! Vorrebbe dire che nelle casse dello Stato i soldi ci sono – e pure tanti!!!  considerando l’elevato costo che comporterebbe la cosiddetta “staffetta generazionale”, paventata dal governo Renzi sulla scia degli “80 euro a tutti” e non solo ai lavoratori dipendenti sotto i 1.500 euro, data in pasto ai media proprio a pochi giorno dal voto! 
Fatto sta, che il ministro della Pubblica Mmministrazione Marianna Madìa, ha aperto ufficialmente ad un programma di prepensionamento per i lavoratori del pubblico impiego. Il meccanismo allo studio, “se ce ne sarà la necessità”, sottolinea il ministro nella sua audizione alla Camera, prevede “brevi anticipazioni” rispetto ai requisiti della legge Fornero. Quanto brevi, lo specifica la stessa Madìa: sei mesi al massimo un anno. In realtà già esistono norme per il prepensionamento degli statali regolate da una circolare del ministero della funzione pubblica reso noto qualche giorno fa. Ma si tratta di uscite per mandare a casa personale in esubero che non potrà essere sostituito. 
Il nuovo piano, invece, riguarda la “staffetta generazionale”, l’uscita di personale anziano per fare posto ai giovani. 
E non sarà l’unica misura. 

  • Ci sarà anche, probabilmente, una proroga per la cosiddetta “opzione donna”, ovvero la possibilità per le lavoratrici che scelgono di vedersi calcolata la pensione con il metodo interamente contributivo di lasciare il lavoro con i requisiti pre-Fornero. 
  • Confermata anche l’abrogazione del trattenimento in servizio, ossia la possibilità di rimanere al lavoro per i due anni successivi quando si sono maturati i requisiti pensionistici (libererebbe al 2018 diecimila posti!!!), e l’esonero dal servizio
  • Secondo le recenti stime della Ragioneria dello Stato sarebbero 70-80 mila i lavoratori i pubblici dipendenti che maturano i requisiti pre-Fornero
  • I dirigenti. Madìa ha annunciato un meccanismo di “sali-scendi” per le loro retribuzioni. Saranno legate alla funzione, dunque si potrà passare da una retribuzione più alta ad una più bassa a seconda dell’impiego di volta in volta ottenuto. Tutti saranno inseriti in un ruolo unico. Chi resterà troppo a lungo nei ranghi senza incarico potrà essere licenziato. La Madìa ha spiegato che bisognerà pensare a garanzie “anti spoil system”, dunque la permanenza dovrebbe essere più lunga di una legislatura (cinque anni). 
  • La mobilità. Dovrà essere “intercompartimentale”, si dovrà poter passare da un ministero ad un Comune e viceversa, per esempio. Per risolvere le implicazioni di questa impostazione, il 29 maggio ci sarà un vertice politico con l’Anci e le Regioni.

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