Si parla del nulla per occultare il declino.

di Angelo D’Amore. Il Paese è fermo e il passa tempo più in voga al momento, lo spettacolo che va in onda tutte le sere, è prospettare i tempi della scissione all’interno del M5S. La sapiente regia di tale mediocre talk-shaw è affidata a tutti i media, in onda a reti unificate. Si ipotizzano spaccature e nuove alleanze in seno al Parlamento, chiaramente viste come scelte di responsabilità e coerenza se si appoggiasse la linea PD e non di tradimento, nel caso la scelta premiasse al contrario il PDL, dimenticando che ormai gli acerrimi nemici sono ora alleati e hanno di fatto bloccato le Istituzioni in una forma di calcolata e strategica intesa pur di mantenere il potere. Nel frattempo è passato il decreto del fare, piccola luce nel buio legislativo degli ultimi tempi. La prima casa non è più pignorabile, quindi chiunque adesso ha in possesso solo quella, potrebbe essere invogliato a non pagare più le tasse. Le azienda avranno pignorato soltanto il quinto dei propri beni, quindi la loro agonia sarà più lunga, ma dallo stesso esito già delineato: il fallimento. Si parla poi della riforma costituzionale in merito ai poteri da attribuire al Presidente della Repubblica, altra questione di “vitale” importanza in questa fase storica, fatta di fame, rinunce e stenti. In pratica si parla del nulla e la cosa più macabra e squallida che a parlarne sono spesso esponenti del PD ormai defunti, come Veltroni e Bersani, dinosauri non ancora estinti e non rassegnati al loro ruolo di mummie replicanti. Di sviluppo, lavoro, di provvedimenti per le famiglie e i disoccupati neanche l’ombra. Ci si rotola nella rassegnazione, senza nessuno scatto d’orgoglio, senza nessuna forma di protesta organizzata, accettando supinamente un destino già scritto: il declino.

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