160 miliardi di deficit nel 2020. Ma si svende il porto di Trieste.

di Attilio Runello. “Il fabbisogno del settore statale dell’anno 2020 è pari a 158.831 milioni, in peggioramento rispetto ai 41.375 milioni del 2019. Lo comunica il Mef. Il peggioramento è di 117,7 miliardi. Il fabbisogno annuale del settore statale del 2020 – spiega il Mef – ha risentito dei minori incassi fiscali e contributivi e di minori accrediti da parte dell’UE ai Fondi di rotazione; dal lato delle spese si è avuto nel corso dell’anno un incremento della spesa delle Amministrazioni Centrali e Territoriali e dei prelievi da parte dell’INPS nonché delle misure previste dai provvedimenti per il contenimento dell’emergenza epidemiologica.” (Ansa).

Si può affermare che un Recovery Fund il nostro paese lo ha già avuto nel 2020. In un solo anno l’Italia ha ricevuto e speso quasi centosessanta miliardi in deficit, ma non ci risulta che sia servito per risolvere i problemi del paese.

Sostanzialmente lo si è adoperato per coprire le varie casse integrazione e i vari rimborsi concessi a pioggia a tutti coloro che a causa delle restrizioni dovute al Covid hanno dovuto abbassare la saracinesca.

Si stima che nel 2021 arriverà solo una parte dei soldi del Recovery. Forse quaranta miliardi. In ogni caso il documento con cui richiederli non è ancora pronto.

Il vaccino – se tutto procede in base ai piani – avrà i suoi primi effetti per la popolazione il prossimo autunno e probabilmente dovremo continuare con le chiusure sino ad allora.

E chiusure vuol dire protrarre i rimborsi. Forse in estate il virus ci darà una tregua.

E nel frattempo nel silenzio dei media dobbiamo vendere i gioielli di famiglia. Come è avvenuto per il porto di Trieste, dove una azienda tedesca ha acquistato il pacchetto di maggioranza dell’azienda italiana che ne gestiva in concessione la parte che era stata ammodernata con centocinquanta milioni dello Stato.

È vero che probabilmente i tedeschi sfrutteranno meglio di noi i collegamenti ferroviari già esistenti con la Germania e magari aumenteranno i posti di lavoro, ma è anche vero che per i prossimi venti anni lo gestiranno loro.

È tutto questo avviene mentre il tentativo da parte di Fincantieri di effettuare una operazione simile in un porto francese viene stoppata da parte dell’Unione europea.

E risulta difficile spiegare agli italiani perché l’operazione di Fincantieri viene bloccata è quella di Hamburger Hafen und Logistik Ag (Hhla), importante operatore del terzo porto d’Europa, Amburgo viene consentita.

E ci risulta difficile capire Zeno D’Agostino, presidente Autorità di Sistema portuale del Mare Adriatico Orientale, ente che verificherà gli step autorizzativi e attuativi (Golden Power; parere della stessa Autorità e altri passaggi), che parla per la città di un ritrovato “bacino naturale di sbocco Centro-Nord europeo che già in passato ha fatto grande il porto franco”, nell’epoca dell’impero austroungarico.

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3 Responses

  1. SPQR ha detto:

    Stiamo sempre a guardare l’erba del vicino e pensiamo che sia più verde della nostra… che in Germania vada tutto bene e che siano più bravi di noi?
    Ecco la risposta: Le autorità sanitarie tedesche dell’Istituto Robert Koch hanno segnalato 21.237 nuove infezioni da coronavirus in un giorno. Sono stati 1.019 i morti nelle 24 ore. Il picco di 1.129 nuovi decessi era stato segnato il 30 dicembre

  2. Vale'80 ha detto:

    …non ci resta che mettere in vendita il COLOSSEO!

  3. Parsifal-Napoli ha detto:

    Da tempo il Paese è in svendita pensiamo al Prodi

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