Settanta anni fa nasceva il mercato unico dell’acciaio.

di Attilio Runello. Il primo maggio del 1953 nacque il mercato unico per l’acciaio all’interno della Ceca, organizzazione intergovernativa che aveva lo scopo di mettere in comune quelle che allora erano le risorse strategiche: carbone e acciaio.
Alla Ceca aderirono sei paesi: Germania, Francia, Olanda, Belgio, Lussemburgo e l’Italia.
Lo scopo oltre che economico era anche quello di evitare una delle cause che avevamo dato origine al conflitto mondiale.
L’iniziativa annunciata da Schuman, allora Ministro degli Esteri francese, fu accettata da i paesi che ratificarono il trattato in meno di un anno. La Ceca entrò in vigore il 23 luglio 1952.
La scelta del settore carbo-siderurgico era giustificata da molti fattori:  la posizione dei principali giacimenti, situati in una zona di confine piuttosto ampia tra Francia e Germania (bacino della Ruhr, Alsazia e Lorena), zona tra l’altro oggetto di numerosi e sanguinosi conflitti in passato.
Inoltre l’oggetto dell’accordo era una risorsa fondamentale per la produzione di armamenti e materiale bellico, che impediva un riarmo segreto quindi a entrambe le nazioni coinvolte.
Oltre a Francia e Germania, erano interessati pure gli Stati del Benelux, anch’essi produttori di carbone ed acciaio, oltre che stati confinanti delle due nazioni principali e ovviamente interessati dalla risoluzione di conflitti franco-tedeschi.
L’interesse dell’Italia, invece, era meno ovvio. La nazione non primeggiava nella produzione di quelle materie. Gli uomini politici del tempo, tuttavia, e fra essi Alcide De Gasperi, ritenevano la futura CECA un ottimo sbocco per rinvigorire la disastrata economia italiana e reinserire il Paese nelle situazioni politiche ed economiche internazionali.

Il trattato instaurò un mercato comune del carbone e dell’acciaio, abolendo le barriere doganali e le restrizioni quantitative che frenavano la libera circolazione di queste merci; soppresse nello stesso modo furono tutte le misure discriminatorie, aiuti o sovvenzioni che erano accordati dai vari stati alla propria produzione nazionale.

Il principio di libera concorrenza permetteva il mantenimento dei prezzi più bassi possibili, pur garantendo agli stati il controllo sugli approvvigionamenti. Il mercato venne aperto il 18 febbraio 1953 per il carbone ed il 1º maggio dello stesso anno per l’acciaio.

Tali scopi venivano perseguiti mediante il rinvio della politica specifica di ciascuno stato alla comunità nascente, con una parziale abdicazione della propria sovranità in questo limitato settore.

Da tale specificità nasce la struttura della comunità come organismo sovranazionale, ovvero posto al di sopra dei singoli stati. Ciò diversificò la struttura della nuova comunità e di quelle che nasceranno di lì a poco nel 1957 (EURATOM e CEE).

Dietro l’aspetto puramente economico si nascondeva quindi la volontà di riunire i vecchi nemici ancora sconvolti dagli orrori della seconda guerra mondiale, controllando la produzione del carbone e dell’acciaio che erano le materie prime dell’industria bellica.

You may also like...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *