La crisi mortifica le entrate delle famiglie e gli italiani sono costretti a tenere a bada le uscite per non ritrovarsi con i conti in rosso. E così cambiano le abitudini di spesa delle famiglie italiane. E’ quanto emerge da una indagine condotta da “Nomisma” che ha tracciato l’evoluzione dei comportamenti d’acquisto negli ultimi 2-3 anni. Solo nel 2013, ”l’80% delle famiglie” ha modificato le proprie abitudini, costrette a misurarsi con la congiuntura economica degli ultimi tempi. I nuclei familiari hanno adeguato il proprio tenore di vita al reddito con ripercussioni pesanti sulle scelte di consumo e sugli stili di vita che diventano ora espressione della soddisfazione dei bisogni concreti. Si prospetta così un nuovo modello di consumo che prevede il taglio degli sprechi e la rinuncia al superfluo. Le famiglie inseguono il risparmio con strategie mirate: prendono molto meno la macchina per gli spostamenti in città, tengono chiuse porte e finestre quando sono in funzione termosifoni e climatizzatori, tagliano cinema, bar e ristoranti, rimandano le cure odontoiatriche a tempi migliori, comprano libri usati per i figli, acquistano generi alimentari in offerta, gettano meno cibo nella spazzatura e fanno in casa pane, pizza e marmellate. Insomma, gli italiani tirano la cinghia in base al proprio reddito. Nel primo semestre 2013, viene osservato da Nomisma, ”le vendite alimentari calano dell’1,8% e la ricerca dei prodotti alimentari scontati è uno dei principali driver delle scelte delle famiglie: nel 2013 la quota degli acquisti di promozione è pari al 28%, rispetto al 18% del 2012”. I consumatori italiani cambiando i propri comportamenti, comprano esclusivamente lo stretto necessario (68,7% delle famiglie), acquistano poco alla volta e vanno più spesso a fare la spesa (50,7%); comprano meno cose in generale (41,5%). Inoltre, rileva ancora l’istituto bolognese, ”altro dato rilevante è la fortissima attenzione al prezzo: le famiglie acquistano solo prodotti alimentari in promozione (43,3% ); prima di recarsi in un punto vendita verificano i volantini degli sconti e poi fanno la spesa in tanti punti vendita diversi per comprare solo le offerte (34,8%); comprano marche che costano meno (31,3%); vanno al discount (22%)”. In un simile contesto, poi, le famiglie scelgono vie più sostenibili, ”sprecano di meno e buttano via meno cibo nella spazzatura (61,5%); realizzano in casa cose che prima si compravano al supermercato come ad esempio pane, torte, pizza, marmellata (30,6%); comprano direttamente dal produttore preferendo la filiera corta (7,6%). Aumenta quindi la sensibilità rispetto ai consumi verdi: riduzione dei prodotti monouso (58%) e scelta di prodotti alimentari locali (62%)”.
In ITALIA siamo di fatto una MONARCHIA cara da mantenere e che rende pochino.
TUTTI, TUTTI, TUTTI in Italia tanto pagano i fessi di Italiani
QUALCUNO ha chiesto di rivedere il cambio LIRA \ EURO?
IO vedo auto, auto, auto, auto. Vedo che si spende per sigarette, giochi,...Ci sarà povertà ma quello che vedo è…
I nostri cari sindacalisti parlano bene ma razzolano male, anzi malissimo. Condivido appieno l'analisi del post: Dove stavano i sindacti…