Saper leggere, scrivere e far di conto? Italiani ultimi in Europa!

Sono poche le classifiche mondiali ed europee che vedono l’Italia salire sul podio. Fatta eccezione per pizza e spaghetti, e qualche campionato del mondo di calcio, in quasi tutti gli altri settori siamo irrimediabilmente relegati agli ultimi posti di qualsiasi classifica che premi produttività, onestà e merito! Quindi nulla di clamoroso se dall’Europa arriva l’ennesima bacchettata nei confronti del Belpaese. Stando ai dati ufficiali forniti dall’Ocse l’Italia, infatti, è ultima non solo in termini di Pil e di debito pubblico, ma pure per quanto concerne il saper leggere, scrivere e far di conto! Insomma, per competenze aritmetiche e matematiche e capacità linguistiche ed espressive, fondamentali per vivere e lavorare ai giorni nostri, l’Italia non passa l’esame e viene impietosamente bocciata dall’indagine promossa dall’Ocse su 24 Paesi e realizzata in Italia dall’Isfol (Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori) su incarico del ministero del Lavoro.
Una pesante bocciatura che grava sull’Italia come un macigno e che forse è proprio la causa principale di tutti i mali di un Paese che se si ritrova così malmesso su tutti i fronti lo deve in buona parte ad una classe dirigente che a malapena sa… leggere, scrivere e far di conto. 
Dai primi dati del nuovo studio Isfol, per il periodo 2011-2012, è chiaro come le cosiddette competenze alfabetiche, alla base della crescita individuale, la partecipazione economica e l’inclusione sociale degli adulti italiani, risultino ben al di sotto della media dei paesi Ocse, ossia di quelli più industrializzati (per ora ne sono presi in considerazione 24). I dati della ricerca sul sapere ‘leggere, scrivere e far di conto’ parlano chiaro: in una scala che va da zero a 500, nelle competenze alfabetiche il punteggio medio degli adulti italiani è pari a 250, contro una media Ocse di 273. Nelle competenze matematiche la media italiana è pari a 247 rispetto a 269 di quella Ocse. I punteggi sono riconducibili a sei diversi livelli di competenze e il livello tre è considerato il minimo indispensabile per ”vivere e lavorare nel XXI secolo”. E guardando alle competenze alfabetiche, ben il 27,9% non supera il primo livello, mentre solo il 29,8% degli adulti italiani si colloca dal terzo in poi (il 42,3% è al secondo). Quanto alle competenze matematiche, il 31,9% è al primo livello o al di sotto e appena il 28,9% è almeno pari al terzo (il 39% è al secondo). Sempre stando alle cifre diffuse dall’Isfol, ”una delle situazioni più preoccupanti rimane quella dei Neet, cioè i giovani di età compresa tra i 16 e i 29 anni che non studiano e non lavorano. In termini di competenze alfabetiche il punteggio medio è pari a 242, cioè 8 punti sotto la media nazionale”. Secondo l’Isfol non mancano però delle note positive: ”Si contrae lo scarto con la media Ocse relativamente alle competenze alfabetiche e si riscontra un miglioramento complessivo rispetto alle altre indagini svolte negli ultimi anni, mentre gran parte degli altri paesi rimane stabile”. Inoltre, aggiunge, ”i dati mostrano anche una significativa riduzione del divario tra maschi e femmine”.

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