PROFUMO DI AMNISTIA!

Vale sempre il detto che a pensar male si fa peccato, ma a volte ci si azzecca? Se Berlusconi ha salvato il governo Letta votando la fiducia in Senato, è lecito pensare che il Cavaliere l’abbia fatto sì per amor patrio e per il bene della nazione, ma anche aspettandosi qualcosina in cambio dal Quirinale? Giorgio Napolitano, settimane fa, ha parlato proprio di “amnistia” da Poggioreale, galera tra le peggiori d’Italia. I media hanno minimizzato o addirittura sorvolato sulle dichiarazioni del capo dello Stato, per altro molto esplicite: bisogna svuotare le prigioni ridotte a lager, indegne di un Paese civile, come varie volte ha rilevato l’Europa, assai severa con noi in materia di giustizia e affini. E la politica ha fatto finta di non sentire e non ha raccolto l’appello del Quirinale. E proprio oggi, scongiurata la crisi di governo grazie al dietro front del Cavaliere, è stato consegnato dal segretario generale del Quirinale ai presidenti di Camera e Senato il messaggio del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sulle carceri. Questo il comunicato del Quirinale: Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, avvalendosi della facoltà conferitagli dall’articolo 87, secondo comma, della Costituzione, ha inviato un messaggio alle Camere sulla questione carceraria. Il messaggio, controfirmato dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Enrico Letta, è stato recapitato al Presidente del Senato, Pietro Grasso, e alla Presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, dal Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, Donato Marra. Ecco il contenuto del messaggio che è stato letto nelle Aule di Palazzo Madama e di Montecitorio dai presidenti delle Assemblee:
Sottopongo all’attenzione del Parlamento l’inderogabile necessità di porre fine ad uno stato di cose che ci rende corresponsabili delle violazione contestate all’Italia dalla Corte di Strasburgo. Esse si configurano come un’inammissibile allontanamento dai principi e dall’ordinamento si cui si basa l’integrazione europea. Ho dovuto mettere in evidenza – prosegue il Capo dello Stato – come la decisione della Corte di Strasburgo rappresenta la mortificante conferma della perdurante incapacità del sistema italiano di garantire i diritti elementari e la sollecitazione pressante ad imboccare una strada efficace. L’Italia – ricorda Napolitano – ha un anno per conformarsi alla richiesta che arriva dalla Corte Europea. Il termine annuale decorre da quando il 28 maggio 2013 è stata respinta l’istanza presentata dall’Italia al fine di ottenere il riesame dalla sentenza: pertanto il termine scade il 20 maggio 2014. L’Italia – sottolinea – viene a porsi in una condizione umiliante sul piano internazionale per violazione dei principi sul trattamento umano dei detenuti. Alle violazioni dei diritti umani nelle carceri si aggiungono quelle sulla durata non ragionevole dei processi. L’intollerabile livello di congestione delle carceri dà all’Italia il primato di sovraffollamento tra gli stati Ue con il 140,1%, mentre la Grecia è al 136,5%. La prima misura su cui intendo richiamare l’attenzione è l’indulto che non incide sul reato e può applicasi ad un ambito esteso. Dall’indulto – precisa il Capo dello Stato – sono esclusi alcune fattispecie di reato per evitare pericolose ricadute, accompagnando l’indulto con misure amministrative volte all’effettivo reinserimento dei carcerati. Fermo restando l’esclusione dall’amnistia dei reati di particolare allarme sociale come la violenza contro donne, non ritengo che il capo dello Stato debba indicare le singole fattispecie da escludere: la perimetrazione dell’amnistia rientra nelle competenze esclusive Parlamento“.
E mentre Silvio Berlusconi sfoglia le pagine gialle alla voce “Associazioni e Comunità per i Servizi Sociali”, forse proprio da quella politica che lo ha sbattuto fuori dal parlamento potrebbe arrivare un amnistiabile… tana libera tutti!

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