Renzi e Gentiloni: Santi subito, ma Primi ministri mai più!

di Mauro Guidi. Renzi e Gentiloni: santi subito ma Primi ministri mai più! Questo sembra dire la lettura dei risultati elettorali.
Studi statistici stanno evidenziando come copiose schiere di elettori, che avevano già votato altre volte PD nella recentissima tornata elettorale, hanno dirottato il loro voto in parte verso il M5S ed in parte verso la Lega. E’ estremamente interessante a questo punto cercare di capire le ragioni di questa improvvisa disaffezione.
Per quanto riguarda i voti che sono passati dal PD al M5S una delle cause più facili da individuare è la promessa fatta da Di Maio di un reddito di cittadinanza diffuso, qualcosa che sta tra i sogni di Pinocchio nel regno dei balocchi e la semplice e drammatica miseria di un popolo che sembra non credere più in un possibile rinascimento produttivo del meridione italiano.
Per quanto riguarda invece i voti che sono passati dal PD alla Lega il discorso e l’analisi sono più articolati e complessi perchè in questo caso il voto sembra avere cambiato del tutto orientamento (da sinistra a destra) , quindi ci deve essere stato un input molto sentito che ha colpito veramente il profondo delle percezioni popolari.
Il governo Renzi prima e Gentiloni dopo hanno fatto del loro meglio: tante iniziative, molti successi sul piano del lavoro ed il Pil finalmente in ascesa, ma è aumentata nel Paese la percezione di caos generale producendo insicurezza diffusa nel popolo italiano ed in particolare tra le persone di basso reddito che si sono trovate in prima persona a confrontarsi e competere con le richieste diffuse di assistenza di tantissimi altri pretendenti arrivati sul suolo italiano nelle maniere drammatiche che conosciamo.
Varie volte i nostri governanti hanno chiesto aiuto alla U.E. che è stata prodiga di belle parole e pacche sulle spalle. Ma gli accampamenti di fortuna di questi disperati a Ventimiglia, in attesa di proseguire il loro viaggio della speranza verso altre nazioni europee, testimoniano una volontà molto diversa della governance europea. Renzi ha continuato con grande coerenza questo impegno estremamente valido sul piano umanitario ma controproducente sul piano pratico se non viene coinvolto il resto dell’Europa.
Ed ora paga pegno. La nuova direzione del PD saprà fare un’ adeguata riflessione sugli errori commessi o si limiterà a condannare l’operato di Renzi?

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