Renzi cavalca le riforme ma non parla del fallimento della sua politica economica!

di Michelino Altavilla. Poverino bisogna capirlo, Renzi sta volutamente ignorando i dati sull’economia del nostro paese perché semmai ne dovesse parlare dovrebbe trarne le conclusioni e dimettersi immediatamente. Lui invece preferisce parlare di riforme perché è convinto di superare lo scoglio del referendum per restare ancora a galla e occupare la poltrona fino al 2018. Tuttavia la sua presunzione lo rende orbo al punto da non consentirgli di vedere neppure i sondaggi che lo danno perdente anche sul fronte delle riforme. Renzi non ha ha mai capito nulla di economia ed ha sempre sostenuto e propagandato una ripresa economica di cui non ne conosceva elementi, cause, fattori, effetti. Si è semplicemente limitato a dire lo abbiamo fatto o lo stiamo facendo senza sapere che cosa dire in particolare ai propri connazionali. Non si vuole proprio convincere che il paese per crescere economicamente non ha bisogno di riforme ma c’è necessità di far muovere i consumi creare vera occupazione e non come ha fatto lui fino ad oggi diffondendo dati fasulli e dicendo solo menzogne. C’è necessità di far muovere la produzione i cui ultimi dati diffusi dall’Istat sono semplicemente catastrofici. Solo dopo le ultime rilevazioni il ministro dell’economia ha smentito l’obbligo di dire che bisogna correre ai ripari e che lo farà nella prossima legge di stabilità. Anche Del Rio ha dovuto ammettere che i recenti dati sul Pil hanno certificato il fallimento delle previsioni e delle stime di bilancio per cui si rende necessario prendere i provvedimenti conseguenti, ma non ha detto quali sono e come e dove prendere le risorse. Risorse che non ci sono e lo sanno tutti; risorse che questo governo non sa come e dove reperire, perchè questo governo non è un governo capace. Purtroppo l’ho detto altre volte da questo blog i governi a guida sinistra non hanno la cultura degli economisti liberali che sanno come far muovere l’economia del paese in simili difficoltà! Essi sanno solo distruggere le categorie produttive per far posto all’assistenzialismo. Nel nostro paese hanno distrutto il ceto medio per distribuire la ricchezza verso il basso con le conseguenze che tutti conosciamo. In altre parole, disoccupazione giovanile, saracinesche abbassate, consumi fermi, crescita zero e pil che non decolla. Non a caso nei paesi a regime comunista o con governi di sinistra i capitali e le risorse scappano all’estero mentre nelle economie liberali essi tendono a rientrare. Con questi governanti purtroppo c’è poco da sperare essi pensano di risolvere il problema facendo scattare la clausola di salvaguardia ed aumentare l’Iva di un paio di punti con effetti che saranno disastrosi sulla ripresa e sulla crescita. L’aumento del’Iva inciderà negativamente sui consumi che si contrarranno ancora di più, bloccheranno ancor più la crescita ci sarà meno domanda il Pil non decollerà più ed allora saranno dolori amari. Tutte queste cose il signor Renzi le nasconde volutamente al paese e non ne parla preferendo parlare di referendum che gli interessa maggiormente per non perdere la poltrona. Renzi caldeggia il referendum per questi motivi: primo non avendo cognizioni di economia non è in grado di parlarne al paese, poi perché avendo personalizzato fin troppo il referendum sulle riforme ed avendo percepito il rischio di perderle e di dover abbandonare la poltrona, ha tutto l’interesse a nascondere al paese il fallimento economico e tentare di recuperare voti per non perdere anche la faccia. Più volte ha mentito dicendo che altri hanno personalizzato il referendum dimenticando che è stato proprio lui , in tempi non remoti, a dire di metterci la faccia. Farebbe bene ad ascoltare le registrazioni per vedere chi è stato a personalizzare il referendum sulle riforme imposto a colpi di fiducia. Il nostro bravo premier non sa più a chi addebitare il proprio fallimento ed ora trova facile dare la colpa alla brexit ed alla rigidità delle regole europee tanto da far credere che il vertice agostano di Ventotene con la Merkel ed Holland possa essere foriero di buoni risultati e maggiore elasticità da parte dell’europa sullo sforamento dei conti italiani. Ma come abbiamo sempre dovuto constatare in questi anni l’europa non concederà neppure un centesimo visto l’immenso debito pubblico italiano che preoccupa non poco l’Ue. Renzi è un illuso ed anche questa volta tornerà a Roma con un pugno di mosche. Purtroppo non hanno ancora capito che per muovere la crescita e far ripartire i consumi ci vogliono gli investimenti che solo i privati potrebbero fare invece di portare i capitali all’estero. Il fallimento del governo Renzi è ancora più evidente se si considera che non sono stati capaci di ridurre il debito pubblico sfruttando la presenza alla Bce del nostro Draghi e ancor più del prezzo ai minimi storici del petrolio che ormai da oltre due anni non riesce a salire oltre i 40 dollari al barile. Con questa situazione così favorevole qualsiasi altro governo anche di centrosinistra avrebbe migliorato senza dubbio i conti pubblici italiani. Ieri dopo un lungo silenzio Renzi ha parlato nuovamente di tasse sostenendo che per far ripartire il paese si devono abbassare le tasse e che il suo governo ha già fatto e lo farà ancora; mi verrebbe da chiedergli: ma lui in questi anni dov’era? quali tasse ha abbassato se lo Stato ha incassato imposte maggiori che negli anni precedenti? I fatti dimostrano il contrario, basta prendere un dichiarazione dei redditi di un contribuente che con uguali elementi di calcolo, stipendio e oneri deducibili nel 2015 ha pagato maggiori tasse che nel 2013. Se questo significa abbassare le tasse allora il caro Renzi non sa neppure cosa sono le tasse. Al vertice di Ventotene Renzi con tutti i suoi ministri e attendenti stanno raccontando che l’Italia trarrà immensi vantaggi da questo “incontro”. Ebbene sono certo che come per il passato si tratterà solo di un grande banchetto a tre e niente altro!

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