Renzi: basta sacrifici e nuove tasse. Gli italiani: basta balle!

I risparmi che dovevano venire da maggiore efficienza, spending review, riduzione degli sprechi e lotta a corruzione ed evasione, sono rimasti a tutt’oggi solo dei buoni propositi riportati sulle slide e nei twitter di Matteo Renzi, ovvero solo chiacchiere. E se è vero come è vero che quei risparmi non arriveranno mai a soddisfare i vincoli di bilancio previsti in sede europea, allora si dovrebbero aumentare le aliquote dell’Iva, andando ad incidere ancora una volta nella carne viva
dei cittadini e deprimendo ulteriormente i consumi. Eppure il governo dice: “Basta sacrifici e nuove tasse”!  Ma presentare la riduzione della spesa pubblica, cioè meno stanziamenti a Ministeri ed Enti Locali, come condizione per evitare l’aumento dell’Iva e come rinunce chieste alla politica ed ai politici anziché ai cittadini, è l’ennesimo gioco di prestigio della comunicazione renziana, dacchè i tagli alla spesa non sono altro che ulteriori sacrifici chiesti agli italiani. Infatti tagliare la spesa pubblica equivale ad abbattere il welfare, abbandonare a se stesse le già malandate infrastrutture del Paese, ridurre il personale impiegato nel Pubblico con la mancata copertura del turn-over, la stabilizzazione dei precari, minori commesse a ditte esterne e minori investimenti. E quando il Pubblico non offre più servizi di qualità come scuola, sanità, strade e trasporti, il cittadino deve rivolgersi al privato pagando molto di più e di tasca propria. Se il Pubblico impiega meno personale e riduce l’acquisto di beni e servizi significa che l’occupazione non aumenta e che l’economia ristagna: meno soldi in giro per comprare scarpe e vestiti, per fare lavori in casa, per cambiare automobile o andare in vacanza. Insomma, se Renzi da un lato promette “basta sacrifici e nuove tasse” e poi dall’altro riduce la spesa pubblica praticamente fa la stessa operazione di macelleria sociale, perchè aumento delle tasse o tagli di spesa pari sono, ovvero ulteriori sacrifici per i cittadini. Ma questa è la linea del governo Renzi. Una linea che risponde a ben determinati interessi economici e di potere: deprimere l’economica e negare diritti, rende i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri, con il risultato di tenere gli italiani sempre sotto botta, perché si tolgano dalla mente ogni proposito di riscatto sociale.

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