Reddito di cittadinanza: ma dove sono finiti quei 6 milioni di poveri?

di Redazione. Il numero dei ‘presunti poveri’ era di circa 6 milioni, almeno secondo le stime degli organi ufficiali di governo e la martellante campagna ‘pro reddito di cittadinanza’ dei 5stelle.
Ma se poi a presentare domanda sono stati poco più di 1 milione di aventi diritto all’aiuto di Stato, bè allora qualcosa non torna.
Tanto più che in tanti – si stima dai 100 ai 130mila – che avevano fatto domanda, hanno poi deciso di ritirarla.
Perché? Perché, il gioco non vale la candela. Ovvero i paletti da mantenere sono troppo stretti e rigidi rispetto a controlli invasivi e ad un guadagno che non supera i cento euro, o cifre addirittura più basse.

Il fatto è che sono riusciti ad ottenere il sussidio di Stato anche persone che per il fisco sono dei ‘fantasmi’, ma che in realtà sono sopra la soglia di povertà e che dunque possono rinunciare ad un contributo che considerano troppo modesto rispetto a quanto, di riffa o di raffa, riescono a racimolare.

Anche perché il reddito di cittadinanza è stato così tanto piegato verso l’avviamento ad un ipotetico posto di lavoro, per la paura del governo di apparire troppo assistenzialista, che alla fine rischia di entrare in conflitto con il lavoro ‘vero’ – quello in regola – che dovrebbe essere procacciato dai Navigator e dai Centri per l’impiego: un lavoro spesso duro, difficile, faticoso, insomma un lavoro ‘vero’ che evidentemente in tanti non vogliono. (C’è una azienda che cerca autisti ma non ne trova: stipendio dai 2 ai 3 mila euro al mese per diventare conduttore di bus internazionali).

E così i ‘presunti poveri’ il lavoretto che hanno se lo tengono ben stretto, perchè è più conveniente del reddito di cittadinanza e anche per il fatto che alla fine in Italia nessuno muore di fame!

Da qui l’idea di ritirare la domanda del reddito di cittadinanza.

I numeri diffusi dal presidente dell’Inps dichiarano qualcosina in più di un milione di domande di Reddito di cittadinanza pervenute all’Istituto, delle quali il 75% sono state accolte.

Al 30 aprile, sono state 1.016.977 le domande pervenute: con la Campania in testa con 172.175 richieste, seguita dalla Sicilia, con 161.383 domande. Superiori alle 90mila le richieste in Lazio, Puglia e Lombardia (rispettivamente 93.048, 90.008 e 90.296). Le regioni con il minor numero di domande di Rdc sono invece la Valle D’Aosta (1.333), il Trentino (3.695) e il Molise (6.388).

Per quanto riguarda i canali a disposizione per la presentazione delle domande, i CAF risultano quelli più utilizzati, con 748.742 richieste, seguiti dalle Poste (209.605) e dai patronati (35.593).

Quindi numeri che sembrano incoraggianti, ma, se si cambia punto di vista, i numeri forniti dai Caf parlano di cifre molto lontane dai 734 euro al mese per il Reddito di cittadinanza. Secondo i dati sono circa 34mila a percepire solo 40 euro mensili, in 61mila i destinatari di 100 euro, altri 40mila tra 100 e 200 euro mensili, e infine 34mila che incasseranno tra 200 e 300 euro. Ci sono poi 138mila destinatari con cifre che vanno da 300 e 500 euro e, infine, 97mila circa stanno tra 500 e 750 euro.

Un dietro front che parla di cifre dai 100 mila ai 130 mila soggetti pronti a ritirarsi. Ecco il perchè della clamorosa marcia indietro, ovvero la disdetta del reddito, per la quale, al momento non è prevista nemmeno la modulistica.

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