Quanto prende Lei? 1milione, 1milione 2… scoppia la bufera!

E’ un Paese questo dove c’è ancora chi continua ad ingrassare sulle spalle dei “soliti fessi” che non sanno come combinare il pranzo con la cena e che vengono puntualmente massacrati di tasse e balzelli, altro che “rottamazione”, “l’Italia cambia verso” e “la svolta buona”! E’ un Paese questo dove un postino prende 1.200 euro al mese e l’AD di Poste italiane prende circa 100 volte tanto: 1milione e duecentomila euro l’anno. Allora può accadere che il postino s’incazzi, come è successo ieri al centro produzione di Milano quando l’alto dirigente di Poste Italiane si è presentato davanti ai suoi dipendenti: “Quanto prende lei? Quanto prende lei?.” “Io prendo 1 milione, 1 milione 2…”.
E l’ad di Poste Francesco Caio non è riuscito più a dire più nulla. Urla, accuse, proteste, insulti. Nel video di qualche giorno fa pubblicato su youtube si vede un dipendente al centro di produzione di Milano criticare la politica industriale del manager. E non solo quella, visto che la rabbia esplode soprattutto quando si parla del super-stipendio dell’ad. “I mezzi non ci sono” grida in faccia il dipendente a Caio. “Avete detto 8mila assunzioni, tutto un mare di cazzate”. E poi: “Non c’è sicurezza, non c’è niente, siete qui da un anno e avete affondato l’azienda, ha riportato l’azienda a venti anni fa. I soldi dove sono? Le assunzioni dove sono? Non ne avete azzeccata una in un anno, vi dovrebbero cacciare a calci per i soldi che prendete”. Quindi la domanda rabbiosa del dipendente sul maxi compenso. Poi le urla. Caio è portato via per evitare conseguenze peggiori. Il paradosso è che certi personaggi vengono pagati a peso d’oro, ma nella stragrande maggioranza dei casi ai super stipendi non corrispondono comunque super risultati. Nella fattispecie di Poste Italiane, per esempio, al super-stipendio dell’ad corrisponde il crollo del 79% degli utili conseguente alla svalutazione di Alitalia e i 210 milioni di euro versati a MPS in cambio del 10,3% di Anima, società quotata a Piazza Affari che gestisce risparmio, che ha fruttato alla banca una plusvalenza di 115 milioni di euro. VERGOGNA! Ma come mai quando si tratta di mettere le mani nelle tasche degli italiani il governo, da chiunque presieduto, non ci pensa su due volte e ipso facto emette provvedimenti gravosi ed urgenti e, invece, quando si tratta delle “loro tasche” prende tempo, fa melina, non arriva mai al dunque e resta al caro amico? La verità è una sola: quando si tratta degli stipendi e delle pensioni degli altri, tasse, blocchi e tagli scattano immediati per il bene del Paese, quando invece si tocca il “Palazzo” la scelta è sempre quella di “andarci piano”, per il loro bene!!!

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